Riccardo Chiari
Ammesso il ricorso al Tar di Bundu: «I voti si contano, non si pesano»
I giudici amministrativi hanno dichiarato ammissibile e fissato per il 18 febbraio l’udienza di merito sul ricorso di Toscana Rossa contro l’esclusione dal consiglio regionale della candidata presidente Antonella Bundu. Alle elezioni di ottobre la lista aveva ottenuto il 4,5%, contro il 5% di sbarramento. Tuttavia il 5,2% degli elettori aveva indicato Bundu come presidente, e per i ricorrenti i voti espressi esclusivamente sulla sua candidatura, più di 11mila, devono essere aggiunti ai 57.250 voti della lista, permettendo il superamento del 5%. Questo perché Toscana Rossa era l’unica lista collegata a Bundu, e il voto espresso solo sul suo nome indicherebbe inequivocabilmente anche il sostegno alla lista. Un caso analogo, nel 2020 in Veneto, aveva permesso al M5s vittorioso al Tar di entrare in consiglio regionale.
«Abbiamo una data per il ricorso e di questo siamo contenti – ha commentato la diretta interessata – perché sarà deciso se potremo entrare in consiglio regionale oppure se dovremo andare al Consiglio di Stato». Peraltro, ha puntualizzato Bundu, «questa legge elettorale va cambiata: 72.321 persone sono senza una rappresentanza, a causa di norme regionali che hanno compromesso l’effettività del voto. In un contesto in cui la partecipazione è in calo, è fondamentale che ogni voto abbia lo stesso peso, senza discriminazioni o manipolazioni».
I voti si contano, non si pesano, ribadiscono gli attivisti di Toscana Rossa (Rifondazione comunista, Potere al popolo e Possibile). Il riferimento è alla Lega e al M5s, che hanno preso meno del 4,5% ma sfruttano un’altra incongruenza della legge toscana, per cui basta superare il 3% se si è in coalizione (i leghisti con lo sconfitto Tomasi, i pentastellati con il riconfermato Giani) per superare lo sbarramento. «La legge attuale va cambiata – tirano le somme – perché favorisce due blocchi e ostacola l’espressione delle alternative politiche».
«Se fossimo in consiglio avremmo già avviato un’azione su tre priorità – ha aggiunto Bundu – per prima la vicenda Gkn. C’è una lotta operaia a pochi chilometri e non c’è stata la capacità di immaginarsi un’opportunità da cogliere o approfondire?». Poi la Palestina «con una Regione silenziosa sulla vicenda di Francesca Albanese e con Marco Carrai che rimane alla presidenza dalla Fondazione Meyer». E infine le questioni legate «all’aeroporto fiorentino di Peretola».

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