lunedì 22 dicembre 2025

Il cammino del libertario

Daria Galateria
Tutti i cuccioli del Presidente Milei

la Repubblica Venerdì, 4 dicembre 2025

Non parla dei genitori il presidente argentino con la motosega, Javier Milei, nell’autobiografia Il cammino del libertario – ora curata da Claudia Razza per Rubbettino. A metà calabresi, i suoi lo maltrattavano e lui non li tratta affatto: ricorda solo di essere andato al supermercato con la mamma nel 1989, quando l’Argentina era in preda all’iperinflazione: le commesse impugnavano come pistole le etichettatrici dei prezzi, cambiandoli a raffica mentre la gente si accaparrava le merci – i prezzi salivano, la moneta si liquefaceva; Javier decise di studiare economia. Uscì laureato con la “tipica” formazione di centrosinistra post-keynesiana, con tanto Stato e tanta Banca centrale per regolare i cambi. Intanto, e benché non sia alto più di un metro e 80, a calcio faceva il portiere, il ruolo solitario e risolutivo che lo caratterizza; anche in una tribute band dei Rolling Stones faceva il vocalist.

Ma la sua esperienza più formativa è avvenuta in ascensore. Aveva tenuto una conferenza sulla sostenibilità fiscale in tempi di insicurezza, ma nessuno ci aveva capito nulla, e Milei era disperato quando si ritrovò in ascensore con “il Professore”, Juan Carlos de Pablo, maestro mediatico, in tv, di chiarezza espositiva. «Ti do cinque piani», gli disse il Professore, «per raccontarmi le stesse cose, ma come se fosse una storiella». Milei ci riuscì, e da allora non ha dimenticato la lezione.

Così nasce lo stile “implacabile e supersonico” con cui il futuro presidente proclamava l’anarcocapitalismo: «Viva la libertad, carajo!» (carajo è il pene, ma può assomigliare a coraje, coraggio).

Con la crisi dei subprime, infatti, Milei ha riletto Keynes, desumendone che la gente ama “lucidare le proprie catene” (il socialismo) per “qualcosa che ha a che fare coi valori morali” e per risentimento verso il capitale. Lui è per il laissez-faireno allo stato sociale, no all’aborto, no all’eutanasia, no all’ambientalismo, no al debito estero. Libertario verso i “lavori” del sesso e della droga, con i giornalisti è illiberale: nelle conferenze stampa alla Casa Rosada il suo portavoce detiene un pulsante mute per silenziare le domande sgradite.

Come membri della sua famiglia, Milei riconosce la sorella Karina, laureata in comunicazione, e soprattutto Conan. A Cordoba per una lezione di macroeconomia, Milei conobbe in albergo il proprietario di un allevamento di mastini inglesi; aveva tredici cuccioli e uno, racconta Milei, gli andò incontro; fu Conan, “la luce”. Conan pesava quasi cento chili, e una domenica Milei lo salvò da un incendio portandolo in braccio in mezzo al fumo; poi corse dal veterinario, che gli disse: “Sei blu” e applicò a lui la maschera a ossigeno per cani. Quando Conan è morto, Milei lo ha fatto clonare, e ora ha cinque mastini, tutti suoi cloni; è quel lutto che lo ha portato in politica.

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