Sergio Staino
l'Unità, 9 agosto 2015
Fin dal primo giorno della nuova uscita de l’Unità ho cominciato a
ricevere, oltre a tantissime testimonianze di affetto e apprezzamento,
messaggi, tweet o commenti sui social network molto critici nei miei
confronti, fino al limite dell’offensivo. Al di là delle diverse
argomentazioni la sostanza che li caratterizza è comunque la stessa e,
in soldoni, la possiamo sintetizzare così: se lavori su l’Unità vuol
dire che ti sei venduto a Renzi, quindi sei un traditore della Sinistra.
Tra questi anche molti sms di Gianni Cuperlo, un amico fraterno che
stimo tantissimo e su cui ho sperato e operato per averlo come
segretario. Con lui ho scambiato tantissimi sms con l’impressione,
purtroppo, di trovarmi in un dialogo tra sordi. Alcuni giorni fa gli ho
spedita questa lettera a cui non ho ancora ricevuto risposta. Ho deciso
di pubblicarla non per attizzare ancor più le polemiche tra di noi ma
perché i temi che si affrontano sono presenti e laceranti nell’animo di
tantissimi compagni ed elettori dentro e fuori del Pd. So di non avere
la verità in tasca e so anche che nel passato ho sbagliato tantissime
volte: aspetto quindi, con gratitudine, ogni forma di commento e di
aiuto costruttivo alla comprensione del difficile momento politico che
stiamo attraversando.
Caro Gianni,
ti rispondo per email perché per sms mi ci vorrebbe
troppo tempo e troppo spazio. È vero che ho contestato Berlusconi per
anni e continuerò a farlo fino a quando Berlusconi continuerà a stare
sulla scena politica. Ma insieme a lui ho contestato spessissimo anche
Prodi e ancor più D’Alema e ancor più Veltroni, o comunque tutta una mia
sinistra di cui mi sento parte e di cui mi sembra doveroso segnalare le
cose che secondo me sono brutte e dannose. Anzi, direi che in tutta la
mia storia la preferenza a fustigare quel che ho considerato errori e
malefatte della nostra parte, ha sempre fatto la parte del leone in
tutto il mio lavoro: ho sempre trovato più utile e gratificante aiutare
il mio schieramento a migliorarsi piuttosto che perdere troppo tempo a
ripetere denunce abbastanza diffuse e condivise sulle malefatte della
destra.
Tanti le denunciano in modo egregio, meglio che io le dia per
scontate e mi rivolga di più ad un lavoro di semina nel nostro orto. È
con questo spirito che faccio le vignette sulla Sinistra Dem e ne faccio
tante perché mi sembra, in tutta sincerità, che vi stiate sempre più
comportando secondo criteri e linee che ben poco hanno a che vedere con
la prassi a cui siamo stati abituati, da Gramsci a Togliatti, da
Berlinguer a Reichlin a Macaluso e ai tanti compagni che tu stesso
riconosci come maestri. Già il fatto che tu metta sullo stesso piano le
mie critiche a Berlusconi con le mie mancate critiche a Renzi, dimostra
per l’ennesima volta un errore di valutazione in cui mi sembra tu sia
caduto in pieno: considerare simili Berlusconi e Renzi. A mio avviso è
lo stesso errore che facemmo negli anni ‘20 quando accusammo i dirigenti
socialisti di socialfascismo e che abbiamo ripetuto negli anni ‘80- ’90
quando abbiamo trattato Craxi come un avversario totale e dannosissimo.
Un errore talmente grosso che sicuramente ha contribuito poi alla
vittoria di Berlusconi. Oggi, così come vi comportate con Renzi, a mio
avviso state pericolosamente aiutando una futura tragica vittoria di un
Salvini o di un Grillo. Io considero Renzi un frutto amaro del nostro
partito, un frutto che ci pone ogni giorno problemi difficili e non
sempre positivi.
Ma detto questo, non mi riconosco certo in chi vede in lui il
rappresentante di una feroce destra neoliberista totalmente asservita al
capitale finanziario. Un rappresentante che, per chissà quale magia, si
è appropriato del nostro partito e che bisogna quindi combattere ed
annullare con tutti i mezzi possibili, i più scorretti compresi. Renzi
invece, è per noi, tu ed io, il risultato di una nostra politica e di un
nostro atteggiamento etico e morale. Dico “noi” perché sei stato
l’unico, alla prima assemblea della Sinistra Dem all’Eliseo, che ha
saputo fare un’analisi sul perché abbiamo adesso Renzi segretario e
premier e su quanta responsabilità hanno, su questo, i nostri vecchi
dirigenti. Loro, invece, non hanno mai fatto questa analisi e, al
contrario, si autoassolvono pensando che Renzi non c’entri niente con
loro, che sia come un fungo nato dal nulla, un fungo malefico che va
estirpato in modo che il partito ritorni nelle loro mani.
Quale sogno demenziale e quale cecità politica nel rinunciare
caparbiamente ad una verità dura ma realistica: tutti loro, Gianni, sono
ormai fuori dalla storia, nel bene e nel male hanno fatto il loro tempo
e sono, come capita a tutti, finiti. Un sano atteggiamento riformista
deve quindi, oggi, partire da questa constatazione: il lavoro fatto fino
a ieri dai nostri dirigenti ha portato Renzi alla segreteria del
partito e al governo e quindi, fino a prova contraria, non esistendo
altre forze alternative di sinistra, Renzi è quanto di più progressista
si possa avere in Italia in questo momento storico. Non esiste altro,
non è pensabile che pattuglie sparute di compagni indignati e incazzati
fino allo stravolgimento dei sensi, se ne escano autoproclamandosi
“alternativa”. Quale alternativa? Che analisi hanno fatto? Che progetto
hanno? Quanti compagni hanno dietro? Quanto l’immagine di loro è
credibile e radicata tra le masse popolari italiane? È la solita infima
minoranza che gira le loro assemblee, cambiano nomi ma son sempre
quelli. Allora, ti chiedo, che senso ha fare una guerriglia interna al
Pd quando non si hanno obbiettivi su cui spostare l’opinione, le
speranze e la forza dei nostri militanti e dei nostri elettori? Cosa
stai offrendo di concreto al loro smarrimento? Nulla. Solo la coscienza
che Renzi è una merda. E allora? È chiaro che questo genera scoramento,
amarezza e anche al miglior compagno viene la voglia di dire “ma andate a
fare in culo tutti quanti”, e non va a votare, o vota grillino, o
comincia ad ascoltare Salvini, o tenta la carta disperata di Cofferati,
accumulando delusioni su delusioni e aprendo pericolosissime porte.
Allora, un compagno serio e io, te lo giuro, ti considero un grande
compagno e una persona onesta, seria e generosa, deve farsi carico di
questa sofferenza generale e collettiva e lavorare per costruire
un’alternativa.
Ma questa senza distruggere il partito, anzi, prendendo atto che
Renzi è il nostro segretario e il nostro premier e quindi lavorando con
lui, incalzandolo, sottolineando gli aspetti negativi delle sue scelte,
aiutandolo quando le scelte sono giuste, offrendogli proposte concrete
per migliorarle, accettando gli incarichi che vengono offerti e non
rifiutandoli altezzosamente come tu hai fatto. Tu dai di continuo
dell’arrogante a Renzi ma nel caso de l’Unità, chi è stato il più
arrogante tra voi due: lui che ti ha offerto la direzione del giornale
in piena autonomia per costruire uno strumento unitario o tu che gli hai
risposto di no a prescindere? Ma pensa a compagni come Martina od
Orlando che tentano disperatamente di elaborare dei progetti buoni nel
loro settore, tanto da guadagnarsi l’elogio di Petrini da una parte o di
validi giuristi dall’altra.
Ma quanto sarebbe più utile che tu li aiutassi, questi compagni,
invece di star lì ad attaccarvi ad ogni cosa pur di sparare sul premier?
In questo modo state uccidendo la sinistra, date un’immagine di voi
stessi come degli estremisti disperati che urlano su tutto e tutti senza
sapere cosa proporre. Addirittura state rincorrendo le spinte più
corporative che sempre sono state presenti nella nostra società, nella
scuola, nell’apparato pubblico, nelle fabbriche. Quando le vostre parole
d’ordine coincidono con quelle dei Cobas o dei tanti sindacati
autonomi, non vi vengono dei dubbi? Dovete smetterla con questa
strategia suicida. Vai fra la gente, esci fuori dal gruppetto della
Sinistra Dem e dai quattro vecchi marpioni che vi sovrastano. Vai fra la
gente, come ho fatto io in varie situazioni, in un cinema affollato, in
una trattoria, in un autobus e urla: “questa Sinistra Dem ci sta
veramente scassando i coglioni”. Avrai come risposta una standing
ovation, non vi sopporta più nessuno tranne, ovviamente, Renzi il quale
con il vostro atteggiamento così assurdo e fuori dalla storia del nostro
partito, si può permettere di twittare “Tanti auguri ai gufi”.
E allora, se si accetta questo atteggiamento sanamente costruttivo,
riformista, responsabile, quanto sbagliata risulta la vostra scelta su
De Bortoli: lo sapevate che in questo momento era una sfida, una
provocazione, e a che cosa serviva? Perché non proporre un Bray ad
esempio, o una Berlinguer, o un Sandro Veronesi, o un qualunque nome di
personalità amata, stimata, brava che poteva costituire un ponte fra voi
e Renzi? In modo infantile avete preferito la rottura. Sinceramente,
non è lo stesso atteggiamento dei populisti più imbecilli? Questo è
tutto quello che mi allontana da te e da quel che rappresentate
politicamente. Io mi sento sempre di sinistra e cerco di portare le idee
di sinistra dove posso, a cominciare dal giornale. Un grande abbraccio,
Sergio