giovedì 11 giugno 2015

Khaled Fouad Allam, un modesto omaggio



Claudio Vercelli 
Felicemente bastardo
 
Dunque è morto. Prematuramente. Nel pieno della sua vita di lettere, parole, viaggi e pensieri. L'ho incontrato diverse volte. Ha presentato almeno un paio dei miei libri, quasi sempre dandomi l'impressione di non averli neanche sfogliati. Poiché se tu gli davi una "parola chiave", lui partiva con i suoi discorsi e non lo fermavi più. Poi a tavola, senza lasciarlo intendere ai commensali, escludeva i cibi che non fossero in accordo con la sua "origine". "Khaled, vuoi del vino?" e lui: "no, grazie, prendo un'aranciata". Era al contempo sincero, a rischio di essere considerato da certuni una sorta di "traditore" di chissà quale causa, non meno che un personaggio pubblico tenacemente egotista. Parlava del mondo, parlava al mondo e poi tornava a sé. Un figlio della mixité, già dalle sue origini familiari, che lo rendevano un ibrido vivente, sentendosi felicemente "bastardo". Per questo, probabilmente, era meno ossificato di altri e coglieva al volo certi disagi, quando glieli comunicavi. Non a caso, per vezzo ma soprattutto per necessità, parlava un italiano francesizzato, nell'inflessione come nella terminologia, quasi a volere rispecchiare la sua origine algerina, a Tlecem, punto di raccordo tra cultura berbera, francofona, araba, islamica e andalusa. A ciò aggiungeva la sensibilità - quasi un innamoramento, che gli derivava dalla famiglia - per la Mitteleuropa e per l'ebraismo. Mi ha sempre dato l'impressione di uno che non si prendesse troppa cura di se stesso. Ad una trascorsa edizione della Biennale Democrazia, a Torino, eravamo correlatori. Ad un certo punto, irritato dalla piega che stava dando al discorso, tutto centrato sui suoi studi, dinanzi a un pubblico foltissimo (si parlava di Islam e democrazia, per alcuni quasi un ossimoro, per altri un interrogativo), dopo avere sudato sette camicie per tenere la barra delle riflessioni sul tema, stavo quasi per mandarlo a stendere. Non l'ho fatto e sono contento così. Almeno non ho rimpianti. 

Giovanni Carpinelli
Stereotipi e sorprese nell'immagine viva di Khaled Fouad Allam
 

Dice Claudio Vercelli che Khaled evitava il vino. A me sembra di ricordare l'ordinazione di un Calvados, alla fine di una cena. Dunia Astrologo confermerà o smentirà. Al di là di questo particolare, un altro episodio resta scolpito nella mia memoria. 16 maggio scorso, sala del Museo diffuso a Torino. La conferenza è finita, ci sono le domande del pubblico. Si alza a un certo punto una signora e chiede a KFA un giudizio su La rabbia e l'orgoglio di Oriana Fallaci. La risposta ha la forma del ricordo. Khaled evoca il suo rapporto con la scrittrice. Si erano parlati a lungo al telefono. Dovevano poi incontrarsi e non se ne fece nulla per la sopravvenuta morte di lei. Secondo KFA quel libro era stato scritto con il corpo, non solo con il cervello, e il corpo era quello di una persona malata di cancro. Interviene allora Mimmo Candito. Si mette in gioco. Tira in ballo il suo, di cancro, una malattia che gli ha già fatto perdere un polmone e che adesso si è ripresentata minacciando il polmone residuo. E precisa subito che questo fatto non ha per nulla alterato le sue convinzioni. KFA interviene di nuovo e fa presente la sua malattia, quella che gli impedisce di camminare bene. E' entrato in sala appoggiandosi a una stampella. Ecco, lui ha un sentimento diverso, per lui la sofferenza fisica influisce sul pensiero. Lancia per finire una frecciata a Candito: "sei calabrese... testardo". Non mi è capitato tanto spesso in circostanze simili di assistere a una scena di tale intensità. Nei giorni successivi l'Istituto Gramsci ha ordinato La rabbia e l'orgoglio, libro che non possedeva. 

Guido Caldiron
La morte dello studioso islamico Khaled Fouad Allam
il manifesto, 11 giugno 2015

Il suo sguardo intenso e la sua pro­nun­cia dall’inconfondibile accento fran­cese, insieme a delle con­si­de­ra­zioni mai banali, ave­vano accom­pa­gnato fin dalla fine degli anni Novanta l’emergere anche nello spa­zio media­tico del nostro paese della «que­stione isla­mica». Socio­logo di ori­gine alge­rina, era dive­nuto cit­ta­dino ita­liano, che la par­te­ci­pa­zione a nume­rosi talk-show tele­vi­sivi aveva reso anche un per­so­nag­gio pub­blico, Kha­led Fouad Allam è stato ritro­vato senza vita ieri mat­tina poco dopo mez­zo­giorno in un albergo a due passi dalla Sta­zione Ter­mini di Roma; per sta­bi­lire le cause del decesso, appa­ren­te­mente inspie­ga­bili è stata dispo­sta un’autopsia.
Sessant’anni, docente di Socio­lo­gia del mondo musul­mano e Sto­ria dei paesi isla­mici all’università di Trie­ste, [...] autore di nume­rose pub­bli­ca­zioni e molto pre­sente con pro­pri inter­venti anche sulla stampa, Kha­led Fouad Allam era stato tra i primi a cimen­tarsi, affian­cando ad un rigo­roso lavoro acca­de­mico lo spi­rito del divul­ga­tore, con il dif­fi­cile com­pito di spie­gare l’Islam e la sua cul­tura ad un paese troppo spesso abi­tuato ad accon­ten­tarsi di ste­reo­tipi e luo­ghi comuni. Nel clima infuo­cato del dopo-11 set­tem­bre aveva pre­stato il suo volto e le sue parole al ten­ta­tivo di man­te­nere aperta una porta alla rifles­sione e alla com­ples­sità delle vicende in atto, pur espri­mendo il rigetto e la con­danna più ferma nei con­fronti del fon­da­men­ta­li­smo armato. Par­tendo dall’esperienza vis­suta in par­ti­co­lare dall’Algeria fin dalla prima metà degli anni Novanta aveva cer­cato di descri­vere lo svi­luppo dell’Islam poli­tico jiha­di­sta, senza fare sconti alle respon­sa­bi­lità del mondo occi­den­tale, e dei regimi auto­ri­tari della sponda sud del Medi­ter­ra­neo, ma soprat­tutto senza sot­to­va­lu­tare la natura spe­ci­fica e del tutto ori­gi­nale di quanto stava avvenendo.
«Il vero pro­blema — aveva spie­gato nel 2002, al momento dell’uscita del suo L’Islam glo­bale (Riz­zoli), il suo testo più for­tu­nato poi tra­dotto nel resto d’Europa — è che sta dila­gando in una parte del mondo isla­mico una cul­tura della morte, legata sì a delle situa­zioni molto com­plesse ma non per que­sto meno peri­co­losa. Siamo di fronte allo svi­luppo di un nuovo tipo di ter­ro­ri­smo, dove il corpo non ha più alcun signi­fi­cato, anzi diventa uno stru­mento di distruzione».
In par­ti­co­lare, a pro­po­sito dei rife­ri­menti pseudo-religiosi spesso esi­biti dagli jiha­di­sti, lo stu­dioso aveva par­lato aper­ta­mente di «un “dirot­ta­mento” seman­tico del Corano». Uma­ni­sta con­vinto e fau­tore di un approc­cio laico ma rispet­toso al «fatto reli­gioso», insieme alle pub­bli­ca­zioni acca­de­mi­che, negli ultimi anni aveva dato alle stampe nume­rosi testi desti­nati al grande pub­blico, tra cui Let­tera a un kami­kaze (Riz­zoli), La soli­tu­dine dell’occidente (Riz­zoli) e L’islam spie­gato ai leghi­sti (Piemme), Il jiha­di­sta della porta accanto (Piemme). Eletto alla Camera nel 2006 per l’Ulivo, Fouad Allam aveva in seguito ade­rito al Par­tito Demo­cra­tico ed era mem­bro del Par­tito radi­cale transnazionale.

BIBLIOGRAFIA

Violenza e sacralità nella dinamica storica dell'islam, in "Politica internazionale", 1988. 
Identità e fondamentalismo, in "Politica internazionale", 1989.
Introduzione alla traduzione italiana di Bertrand Badie, I due stati. Società e potere in islam e occidente, a cura di Sergio Noja e Khaled Fouad Allam, Marietti, 1990. 
I nuovi paradigmi dell'islam militante. L'epopea acculturata dei predicatori islamisti, in "Religioni e società - Rivista di scienze sociali della religione", n.14, lug.-dic. 1992. 
Islam e sviluppo nel Maghreb, in AAVV, L'altra metà della luna. Capire l'islam contemporaneo, Marietti, 1993. 
Lo spazio europeo dell'islam, in AAVV, La città e il sacro, a cura di Franco Cardini, Scheiwiller, 1994. 
Aspects juridiques de l'intégration, in AAVV, Islams d'Europe. Intégration ou insertion communautaire?, a cura di Robert Bistolfi e François Zabbal, L'Aube, Parigi, 1995. 
Un esempio di islamologia applicata all'analisi semantica e strutturale dei programmi televisivi, in AAVV, Televisione e islam. Immagini e stereotipi dell'islam nella comunicazione italiana, a cura di Carlo Marletti e con introduzione di Francesco Gabrieli, RAI-Nuova ERI, 1995. 
L'islam contemporaneo, in AAVV, Storia delle religioni, vol.III: Le religioni dualiste e l'islam, a cura di Giovanni Filoramo, Laterza, 1995 (2ª edizione aggiornata e ampliata: in L’islam, a cura di G.Filoramo, Laterza, 1999).
voci enciclopediche: Arabi, Islam, Fondamentalismo islamico, Sciismo, Sufismo, Dervisci, in Enciclopedia dell'islam, del Dizionario di storiografia, Il Saggiatore-Mondadori, 1996. 
L'islam e L'incontro fra islam ed Europa, in Il mattino d'Europa. Il sigillo della profezia, a cura di Franco Cardini, Editoriale Giorgio Mondadori, 1998. 
L’Europa vista dall’islam, in La nuova Europa, Grande Dizionario Enciclopedico, Utet, 2000. 
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L’innovazione come esperienza dei limiti, in Governare l’innovazione. La responsabilità etica, a cura di Giuseppe Ardrizzo, presentazione di Francesco Del Monte, Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 2003. 
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Lettera a un kamikaze, Rizzoli, 2004 (tradotto e pubblicato in Israele, Spagna e Germania).
Presentazione a: Roger Scruton, L’occidente e gli altri. La globalizzazione e la minaccia terroristica, Vita e Pensiero, Milano, 2004.
(con Marco Martiniello e Aluisi Tosolini) La città multiculturale. Identità Diversità Pluralità, Emi edizioni, Bologna, 2004.
Introduzione a: Il Corano, traduzione di Gabriel Mandel Khan con testo arabo a fronte, Utet, Torino, 2004.
Voce Islam, in International Encyclopedia of Sociology a cura di George Ritzer, Blackwell, USA, 2006. 
La solitudine dell’occidente, Rizzoli, Milano, 2006. 
Leggere il Corano nel deserto, a cura di Michele Alloni, ADV, Lugano, 2007.
Introduzione a: Maria Albano e Justo Lacunza Balda, Il nuovo Iraq e il Medio Oriente, Cantagalli, Siena, 2007. 
L’uso politico delle paure. Alcune riflessioni trasversali, in “Paradoxa”, gennaio-marzo 2008. 
Introduzione alle opere della fotografa iraniana Shirin Neshat, in “Arte contemporanea”, vol.5, febbraio 2008, Electa editrice, Milano.
Introduzione a: Abdelwahab Meddeb, Le controprediche, Cantagalli, Siena, 2009.
Prefazione a: AAVV, Un Hussein alla Casa Bianca, Cosa pensa il mondo arabo di Barack Obama, a cura di Donatella Della Ratta e Augusto Valeriani, Odoya, Bologna, 2009.
(con Mimmo Calopresti), Guida per difendersi dal razzismo. Dalla A alla Z, ed. Giudizio Universale, Torino, 2010. 
Non avrai altro Dio al di fuori di me, in Decalogo, numero monografico della rivista “Panta”, a cura di Massimo Donà e Raffaella Toffolo, n.29, 2010, Bompiani, Milano. 
Les nouvelles frontières symboliques de l’Europe. Les musulmans d’Italie entre Nord et Sud, in Religions et politique: séparations sous tension, numero monografico della rivista “Esprit”, n.2, febbraio 2011, Parigi. 
L’islam spiegato ai leghisti, Piemme, Milano, 2011. 
Saggio introduttivo e Conclusioni a: AAVV, Il terzo settore nel mondo arabo, Il Mulino, Bologna, 2012. 
Pensare l’economia nell’islam medievale, (introduzione all’opera) e traduzione di: Abu l-‘Abbas ‘Abdallah b.Amad al-‘Ibbiyani, Masa’il al-Samasira (Le questioni relative al mestiere dei sensali), Università di Bari, 2012.
A. Rihani, Il Libro di Khalid, illustrazioni originali di K. Gibran, traduzione e cura di F. Medici, prefazione di P. Branca, postfazione di K.F. Allam, Mesogea, Messina 2014.
Il jihadista della porta accanto. Isis, Occidente, Piemme, Milano 2014.

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