TINA MODOTTI, ARTE VITA LIBERTÀ EMIGRANTE, OPERAIA, ATTRICE, FOTOGRAFA NEL MESSICO DEGLI ANNI VENTI, ANTIFASCISTA, MILITANTE NEL MOVIMENTO COMUNISTA INTERNAZIONALE, PERSEGUITATA ED ESULE POLITICA, GARIBALDINA DI SPAGNA. |
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Nata a Udine il 17 agosto 1896 e deceduta a Città del Messico il 5 gennaio 1942. Dopo l'improvvisa scomparsa, il riconoscimento della personalità umana, artistica e politica di Tina Modotti fu quasi immediato e per alcuni anni la sua vita e la sua opera restarono vive in buona parte dell'America latina. Poi cadde l'oblio, lungo di almeno trent'anni. Inquietanti cause di questo silenzio/rifiuto si possono trovare nel mondo reazionario, nel provincialismo, nel dilagante moralismo di questo secolo, contrari alla valorizzazione di una donna libera e inserita nel grande filone della cultura laica. |
La festa di San Valentino all'inizio del novecento, in Borgo Pracchiuso a Udine, dove Tina Modotti nacque il 17 agosto 1896 | |
L'opera di Tina, che si
trova in buona parte negli Stati Uniti, venne tenuta nascosta nei
cassetti dei Dipartimenti di fotografia per la nefasta influenza del
maccartismo che rese impossibile, per molti anni e non solo in America,
lo studio e la presentazione di un'artista che aveva creato immagini di
qualità e militato nel movimento comunista internazionale.
Anche la Sinistra storica non è esente da disattenzioni nei riguardi di questa friulana d'eccezione. Oggi sappiamo che non esiste un artista di qualità e un militante di valore, come Tina Modotti, che sia stato trascurato per così lungo tempo dagli storici della fotografia e dalla storiografia politica. Tutto ciò è avvenuto nonostante le novità e il fascino che caratterizzano la sua avventura umana:la sua complessa esistenza appare, con il solo raccontarla, un romanzo. Assunta Adelaide Luigia Modotti, detta Tina, nasce nel popolare Borgo Pracchiuso a Udine, da famiglia operaia aderente al socialismo della fine Ottocento. Il padre Giuseppe lavora come meccanico e carpentiere, mentre la madre Assunta Mondini fa la cucitrice. |
Medaglione fotografico con la madre Assunta Mondini, nel centro e i figli (dall'alto in senso orario): Jolanda, Mercedes, Tina, Benvenuto, Gioconda, Giuseppe. | |
Diventa emigrante all'età di soli due anni, quando la famiglia si
trasferisce nella vicina Austria per lavoro. Nel 1905 rientrano a Udine e
Tina frequenta con ottimo profitto le prime classi della scuola
elementare. A dodici anni, per contribuire al sostentamento della
numerosa famiglia (sono in sei fratelli), lavora come operaia in una
filanda. Apprende elementi di fotografia frequentando lo studio dello
zio Pietro Modotti.
Il padre decide di partire per gli Stati Uniti, presto raggiunto da quasi tutta la famiglia. Tina arriva a San Francisco nel 1913, dove lavora in una fabbrica tessile e fa la sarta, frequenta le mostre, segue le manifestazioni teatrali e recita nelle filodrammatiche della Little Italy. Durante una visita all'Esposizione Internazionale Panama-Pacific conosce il poeta e pittore Roubaix del'Abrie Richey, dagli amici chiamato Robo, con cui si unisce nel 1917 e si trasferisce a Los Angeles. Entrambi amano l'arte e la poesia, dipingono tessuti con la tecnica del batik; la loro casa diventa un luogo d'incontro per artisti e intellettuali liberal. |
Anonimo, Tina Modotti, S. Francisco 1918 ca. | |
Tina nel 1920 si trova a Hollywood: interpreta The Tiger's Coat, per la regia di Roy Clement e, in seguito, alcune parti secondarie in altri due film, Riding with Death e I can explain.
Si tratta di una esperienza deludente, che decide di abbandonare per la
natura troppo commerciale di quanto il cinema propone. Per la sua
bellezza ed espressività viene ripresa in diverse occasioni dai
fotografi Jane Reece, Johan Hagemayer e, soprattutto da Edward Weston
con cui ben presto nascerà un legame sentimentale.
Il 9 febbraio 1922 Robo muore di vaiolo durante un viaggio in Messico. Tina arriva in tempo per i funerali e scopre, in questa triste occasione, un paese che a lungo l'affascinerà. Rientra a San Francisco per l'improvvisa morte del padre Giuseppe. Alla fine dell'anno scrive un omaggio biografico in ricordo del compagno, che verrà pubblicato nella raccolta di versi e prose The Book of Robo. |
San Francisco 1920, da sinistra: Robo marito di Tina, il padre Giuseppe, la sorella Mercedes, Giuseppe Junior detto Joe, non identificato, Benvenuto detto Beppo e Ben, non identificata, Tina e la madre Assunta, non identificata, la sorella Jolanda | |
A fine luglio 1923 Tina
Modotti e Edward Weston (con il figlio Chandler) arrivano in Messico, si
stabiliscono per due mesi nel sobborgo di Tacubaja e, quindi, nella
capitale. Uniti da un forte amore, vivono entro il clima politico e
culturale post-rivoluzionario, a contatto con i grandi pittori muralisti
David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e Clemente Orozco, che
appartengono al Sindacato artisti e sono i fondatori del giornale El
Machete, portavoce della nuova cultura e, in seguito, organo ufficiale
del Partito Comunista Messicano.
A contatto con la capacità e l'esperienza di Weston, Tina accelera l'apprendimento della fotografia e in breve tempo conquista autonomia espressiva; alla fine del 1924 un'esposizione delle loro opere viene inaugurata nel Palacio de Minerìa alla presenza del Capo dello Stato. Fra il 1925 e il 1926, in tempi brevi e diversi, tornano a San Francisco, dove Tina incontra la madre ammalata, conosce la fotografa Dorothea Lange, acquista una camera Graflex. Rientrati in Messico intraprendono un viaggio di tre mesi nelle regioni centrali a raccogliere immagini per il libro di Anita Brenner Idols Behind Altars. Il loro legame affettivo si deteriora e Weston torna definitivamente in California; i contatti continueranno per alcuni anni in forma epistolare. Tina vive con la fotografia ed esegue molti ritratti, si unisce al pittore e militante Xavier Guerrero (che ben presto andrà a Mosca alla scuola Lenin), aderisce al Partito Comunista, lavora per il movimento sandinista nel Comitato "Manos fuera de Nicaragua" e partecipa alle manifestazioni in favore di Sacco e Vanzetti durante le quali conosce Vittorio Vidali, rivoluzionario italiano ed esponente del Komintern. |
Edward Weston, Tina sul tetto di casa, Messico 1924 Tina Modotti, Vittorio Vidali, 1930 | |
Tina trasforma il suo
modo di fotografare, in pochi anni percorre un'esperienza artistica
folgorante: dopo le prime attenzioni per la natura (rose, calli, canne
di bambù, cactus, ...) sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche,
quindi utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e
denuncia sociale, e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio
estetico, assumono di frequente valenza ideologica: esaltazione dei
simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai,
manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...). Sue
fotografie vengono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses,
Horizonte. In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos e
l'attrice Dolores Del Rio, ed entra in amicizia con la pittrice Frida
Kahlo.
Nel settembre del 1928 diventa la compagna di Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano, con cui Tina vive un amore profondo e al cui fianco intensifica il lavoro di fotografa impegnata e di militante politica. |
Edward Weston, Frida Kahlo e Diego Rivera a San Francisco nel 1930 | |
Ma il loro legame dura
pochi mesi, perché la sera del 10 gennaio 1929 Mella viene ucciso dai
sicari del dittatore di Cuba Gerardo Machado proprio mentre sta
rincasando con Tina, che rimane indignata e scossa da questo dramma e
deve inoltre subire una campagna scandalistica con cui le forze
reazionarie tentano di coprire mandanti ed esecutori del delitto
politico. Partecipa alle manifestazioni in ricordo di Mella e, in segno
di protesta, rifiuta l'incarico di fotografa ufficiale del Museo
nazionale messicano. Si dedica alla militanza e al lavoro fotografico,
realizzando un significativo reportage nella regione di Tehuantepec.
All'Università Autonoma di Città del Messico il 3 dicembre si inaugura
una rassegna delle sue opere, che si trasforma in atto rivoluzionario
per il contenuto e la qualità delle fotografie e per l'infuocata
presentazione tenuta dal pittore Siqueiros. La rivista Mexican Folkways
pubblica il manifesto "Sobre la fotografia" firmato da Tina Modotti.
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Tina Modotti accanto alle sue opere, Università di Città del Messico 1929 | |
Nel frattempo il clima
politico é molto cambiato, le organizzazioni comuniste vengono messe
fuori legge: il 5 febbraio 1930 Tina viene ingiustamente accusata di
aver partecipato a un attentato contro il nuovo capo dello Stato,
Pasqual Ortiz Rubio, arrestata ed espulsa dal Messico. Si imbarca sul
piroscafo olandese Edam, compie il viaggio fino a Rotterdam assieme a
Vittorio Vidali e raggiunge Berlino, dove conosce Bohumìr Smeral,
fondatore del Partito comunista di Cecoslovacchia, lo scrittore Egon
Erwin Kisch e la fotografa Lotte Jacobi nel cui studio espone le opere
che aveva portato con se dal Messico. tenta di riprendere l'attività
fotografica, viene a contatto con le grandi novità dell'informazione
giornalistica, specialmente con la stampa popolare di Willy Münzerberg:
quotidiani e periodici come il prestigioso "Arbeiter - Illustrierte -
Zeitung" che pubblica fotografie di Tina in diverse occasioni. In
ottobre decide di partire per Mosca, dove la attende Vidali.
Nella capitale sovietica allestisce la sua ultima esposizione, lavora come traduttrice e lettrice della stampa estera, scrive opuscoli politici, ottiene la cittadinanza e diventa membro del partito; abbandona la fotografia per dedicarsi alla militanza nel Soccorso Rosso Internazionale. Fino al 1935 vive fra Mosca, Varsavia, Vienna, Madrid e Parigi, per attività di soccorso ai perseguitati politici. |
Una delle pochissime fotografie che si conoscano di Tina Modotti in Unione Sovietica, fotografia di Angelo Masutti, Mosca, 13 giugno 1932 | |
Nel luglio del 1936,
quando scoppia le guerra civile spagnola, assume il nome di Maria e si
trova a Madrid assieme a Vittorio Vidali, suo compagno da anni, che
diventa Carlos J. Contreras, Comandate del Quinto Reggimento.
Durante tre anni di guerra, lavora negli ospedali e nei collegamenti, stringendo amicizia con altre combattenti come Maria Luisa Laffita, Flor Cernuda, Fanny Edelman, Maria Luisa Carnelli; si dedica ad attività di politica e cultura: scrive sull'organo del Soccorso Rosso Ayuda, nel 1937 a Valencia fa parte dell'organizzazione del Congresso internazionale degli intellettuali contro il fascismo e, assieme a Carlos, promuove la pubblicazione di Viento del Pueblo, poesia en la guerra con le opere del poeta Miguel Hernandez. Ha occasione di conoscere Robert Capa e Gerda Taro, Hemingway, Antonio Machado, Dolores Ibarruri, Rafael Alberti, Malraux, Norman Bethune e tanti altri della Brigate internazionali. Nel 1938 è tra gli organizzatori del Congreso Nacional de la Solidariedad che si tiene a Madrid. |
Tina Modotti, Il profilo di Ja. Mella, fotografia pubblicata nel 1932 a Berlino sulla copertina di Arbeiter-Illustrierte-Zeitung | |
Durante la ritirata, con
la Spagna nel cuore, aiuta i profughi che si avviano alla frontiera e si
trova in pericolo sotto i bombardamenti. Arriva a Parigi con Vidali.
Nonostante sia ricercata dalla polizia fascista, chiede alla sua
organizzazione il permesso di trasferirsi in Italia per svolgere
attività clandestina, ma le viene negato per la pericolosità della
situazione politica.
Maria e Carlos, come tanti altri esuli, rientrano in Messico, dove il nuovo presidente Lazaro Cardenas annulla la precedente espulsione. Conducono un'esistenza difficile e Tina vive facendo traduzioni, si dedica al soccorso dei reduci, lavora nell'"Alleanza internazionale Giuseppe Garibaldi" e frequenta pochi amici, fra cui Anna Seghers e Constancia de La Mora. Nella notte del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici in casa dell'architetto Hannes Mayer, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. Come già era accaduto dopo l'assassinio di Julio Antonio Mella, la stampa reazionaria e scandalistica cerca di trasformare la morte di Tina in un delitto politico e attribuisce responsabilità a Vittorio Vidali. |
La tomba di Tina nel Pantheon de Dolores a Città del Messico, con il profilo disegnato dallo scultore Leopoldo Mendez e i primi versi della poesia di Pablo Neruda | |
Pablo Neruda, indignato
per queste polemiche, scrive una forte poesia che viene pubblicata da
tutti i giornali e contribuisce a tacitare lo "sciacallo" che
...sul gioiello del tuo corpo addormentato ancora protende la penna e l'anima insanguinata come se tu potessi, sorella, risollevarti e sorridere sopra il fango. I primi versi sono scolpiti sulla tomba di Tina che si trova al Pantheon de Dolores di Città del Messico. Lungo i decenni dopo la sua scomparsa, in altre occasioni sono stati messi in discussione avvenimenti della vita della Modotti. Soprattutto le circostanze della morte hanno sollecitato interpretazioni diverse, tentativi di scoop giornalistici, ambigue ricostruzioni televisive... Ciò nonostante la biografia di Tina è rimasta sostanzialmente invariata, perché quelle prese di posizione non sono mai state sostenute da rigorose ricerche, da prove o da obiettive e attendibili testimonianze. | Situata accanto alla casa di Tina in via Pracchiuso a Udine la stele per Tina proposta dal Comitato: si riprende il profilo mentre, da Neruda, sono proposte le ultime quartine della poesia, con riferimenti alla terra natale. |
tina@comitatotinamodotti.it
http://machiave.blogspot.it/2013/07/tina-modotti-donne.html
http://machiave.blogspot.it/2013/07/tina-modotti-e-frida-kahlo-una-foto.html
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