giovedì 5 settembre 2024

L'ora delle femmine feroci

  



   La destra italiana non cessa di stupire. Esprime e sostiene un presidente del consiglio donna, che tuttavia vuole essere chiamata "il" e non "la" presidente del consiglio. Il maggiore partito della destra, Fratelli d'Italia, ha come responsabile all'organizzazione un'altra donna, sorella della precedente. Qualcuno ha voluto vedere in questo scenario una affermazione femminista di fatto. In realtà, al di là delle apparenze, le sorelle Meloni non corrispondono al modello ideale di Wonder woman:  l’amazzone guerriera dotata di superpoteri, figlia della dea Afrodite, si batteva contro lo strapotere maschile simboleggiato dai braccialetti della sottomissione e dal lazo magico. Lo scenario di riferimento è un altro: la donna bellicosa si presenta nel mondo reale come incarnazione dell'indipendenza dall'altro sesso. Questo tratto preciso si ritrova nel destino delle due sorelle, cresciute in una famiglia dominata, in assenza del padre, dalla figura solitaria della madre. L'indipendenza permane anche negli sviluppi successivi. Le due sorelle dopo essere passate entrambe per un rapporto di coppia hanno alla fine preso le distanze dai rispettivi coniugi e si sono ritrovate sole. Come era già successo alla madre. C'è uno scenario che si ripete, come si vede. E non è uno scenario femminista. Il quadro del potere maschile rimane invariato, la novità sta nel fatto che il posto di comando è occasionalmente occupato da una donna. E, nel momento della crisi, è lei che prende l'iniziativa, ponendo fine al rapporto.
   Veniamo ora alla recente disavventura del ministro Sangiuliano. Anche in questo caso la storia si ripete. Piccolo particolare: il ministro da bravo maschio disfatto si trova al posto dei congiunti espulsi dalle due sorelle. Lui, quindi sta per Giambruno o Lollobrigida, fate voi, anche se non ne ripete l'aspetto piacente: è un omino piccolo piccolo, grassottello. Una vittima designata. Lei, invece, la femmina feroce, ha il fisico che le sorelle di governo e di partito non hanno. Sovrasta l'omino con tutta la sua imponenza di spilungona bionda e pettoruta. Per il resto ci risiamo, la donna fa la parte del maschio dominatore, mentre la vittima designata piange proclamando la sua fedeltà alla moglie, altra spilungona bionda, tanto per cambiare. 
   La sorte non è stata generosa con gli eredi della tradizione neofascista. È toccato a loro mostrare a che punto sia arrivata, al tempo del sovranismo, la crisi del maschio sovrano. Come se non bastasse, a dominare la scena sono delle donne atte a garantire la supplenza maschile, delle amazzoni appena rabbonite che evocano da lontano l'immagine della Wonder woman americana. Siamo in Italia, nel paese dell'opera, del melodramma e dell'opera buffa. Che diventano affari di Stato.  

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La lettera a Meloni: il testo integrale

"Caro presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura.

Come hai ricordato di recente, stiamo facendo grandi cose, e lo dico come comunità politica e umana alla quale mi sento di appartenere. Sono fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di governo. A partire dall'aver messo fine alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie, aver incrementato in appena un anno il numero dei visitatori dei musei (più 22 per cento) e gli incassi degli stessi (più 33 per cento).

A dicembre a Milano aprirà Palazzo Citterio acquistato dal ministero nei primi anni Settanta e poi rimasto inutilizzato per decenni. Sono ben avvianti grandi progetti come l'ex Albergo dei Poveri di Napoli, l'ampliamento degli Uffizi in altre sedi e l'investimento per la Biennale di Venezia. Per la prima volta in Italia sono state organizzate grandi mostre su autori e personaggi storici che la sinistra aveva ignorato per ragioni ideologiche. Sono consapevole, inoltre, di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi.

Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare.

Qui è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il Governo. Mai un euro del ministero è stato speso per attività improprie. L'ho detto e lo dimostrerò in ogni sede. Non solo. Andrò fino in fondo per verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni.

Gennaro Sangiuliano”

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Simone Canettieri, Le facce di Meloni & Co, Il Foglio, 14 e 15 settembre 2024

In arte Francesco Lollobrigida, ministro della Sovranità alimentare, da agosto ex compagno – tramite intervista a questo giornale – di Arianna Meloni ed ex cognato della premier. Tiene alla linea, Lollo, e a 50 anni non è semplice. Tiene anche dalle 10 alle 30 riunioni al giorno, con la tentazione delle migliori degustazioni made in Italy. Due foto simbolo per lui quest’estate. La prima: in palestra con Andrea Giambruno dopo essere andati a fare la spesa in paese durante le vacanze in masseria alla faccia del patriarcato. E la seconda con la tuta da apicoltore dopo la strage accaduta sul tetto del suo ministero per colpa delle vespe orientalis: apologo, per i maligni, di una luna di miele terminata con la Fiamma magica. E’ rimasto uguale rispetto a due anni fa, anzi come Sansone ha trovato più forza nei capelli. Merito di un “rinforzino”, così ci confessò, che si è regalato lo scorso Natale. Il suo sorriso, da far invidia, non cambierà mai: fa tremare i trattori. Il ciuffo poi li fa impennare. Giovinezza, giovinezza primavera di bellezza.







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