Mariangela Galatea Vaglio
Didone, per esempio, bravo chi la capisce. Io non ci sono mai riuscita. Ogni volta che prendo in mano l’Eneide mi piglia uno di quegli intorcoli di stomaco che solo la rabbia genera, quando non la puoi sfogare.
Ma
come, dico io, benedetta figliola! Hai tutto. Ma tutto tutto, proprio
tutto quello che una donna, se ha un briciolo di sale in zucca, può
desiderare.
Sei
bella. Non come una velinetta da strapazzo, di quelle che sono pezzi di
carne buttati lì, con le poppe al vento ed una espressione stolida
sulla faccia che nessun chirurgo estetico può cancellare. No, bella
bella, perché hai una certa età, ma sei ancora giovane e piacente, e si
presume con negli occhi quella luce di intelligenza mista a
consapevolezza che hanno le donne con una testa sulle spalle e un
passato nel cuore. Sei più che bella, insomma, perché non è solo una
questione di avere una certa misura di décolleté, la bellezza, o una
certa età anagrafica, o una ruga in più o in meno: la vera bellezza è
questione di fascino. E tu, Didone, lasciatelo dire, dovevi averne a
secchi e sporte.
Poi
hai carattere. Ma di quelli tosti. Vedova d’un uomo che hai amato, ma
che, con delicato buon senso, è morto in fretta, lasciandoti libera e
regina, narra la leggenda che mica ti sei messa addosso il velo della
sposa in gramaglie e via a frignare. No, tu eri proprio regina e proprio
libera di testa. https://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/2009/07/06/il-complesso-di-didone-ma-perche-le-donne-toste-perdono-la-testa-per-gli-enea/
Marisa Moles
...
Enea non sembra misericordioso e non dimostra molta pietà, specie
nei confronti di Didone,
regina di Cartagine, che abbandonerà senza pensarci su più di
tanto. La sua pietas
non deve essere interpretata come la nostra “pietà”, ovvero
“sentimento di compassione e commossa commiserazione che si prova
dinnanzi alle sofferenze altrui” (come recita lo Zingarelli 2000);
la pietas
di Enea va ricondotta alla sua adesione indiscussa ed incondizionata
ai doveri verso
gli dei, verso
la patria ed i parenti.
https://marisamoles.wordpress.com/2010/09/30/enea-un-immigrato-extracomunitario/
...
Ma come si fa, dico io, a non curarsi della moglie, a non voltarsi
indietro per accertarsi che stia seguendo il marito? Questa
noncuranza mi sconvolge perché un uomo “pio” come Enea avrebbe
dovuto salvaguardare il bene di tutti, moglie compresa.
Sembra che gli stiano più a cuore i sacri arredi ed i patrii
Penati, ovvero le divinità protettrici del
focolare domestico e, poiché la patria era considerata una grande
famiglia, dello Stato stesso. Non a caso Enea li porta con sé: egli
ha, infatti, il compito di trovare un’altra terra su
cui rifondare lo Stato che i Greci gli avevano distrutto.
https://marisamoles.wordpress.com/2010/10/16/didone-innamorata/
https://marisamoles.wordpress.com/2011/02/16/enea-e-didone-il-connubio/
https://marisamoles.wordpress.com/2012/11/29/didone-amore-e-morte/
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