Guido Vitiello
Dove non arriva il diritto, supplisca la gogna
Il Foglio, 12 settembre 2015
La
signorina Filosofia potrebbe accompagnarsi a una statua di Umberto
Galimberti a grandezza naturale, intabarrato in una tunica. Il 16
giugno del 1997, a meno di quarantott’ore dall’arresto di
Scattone e Ferraro, il filosofo illustrò la sua disciplina affidando
a Repubblica il commento “Filosofi e assassini”. Qui, usando
Platone come un battipanni, prima sculacciava i presunti innocenti
perché avevano speso tanti anni sui libri “senza capir bene la
differenza che passa tra la vita e la morte”; poi sculacciava il
direttore dell’istituto di Filosofia del diritto (di cui proponeva
la chiusura, come un comune infiltrato dalla mafia) perché non aveva
spiegato bene il suddetto Platone “al dottor Giovanni Scattone e al
dottor Salvatore Ferraro che, nelle pause di studio, sparavano dalle
finestre di un’aula”; infine lamentava “il collasso della
cultura nel tempio della cultura”. Con Scattone esiliato a Colono
il tempio non crollerà, la Filosofia resterà illibata e i
Galimberti si moltiplicheranno come fotocopie.
La
Psicologia, invece, la immagino come una ninfa delicata e pensosa
inseguita da una figura in marmo del professor Paolo Crepet ignudo,
tutto drappeggi e capelli mossi dal vento come l’Apollo di Bernini.
Che onore fece alla sua disciplina quando, dopo la condanna in primo
grado degli imputati, disse che lo psicologo è come un orafo, capace
di lavorare su minuzie, e che lui da una foto in cui Ferraro
sorrideva aveva capito che quello era il sorriso di uno che l’ha
fatta franca, perché gli innocenti non ridono! Ora che Scattone
dovrà inventarsi un mestiere manuale più grossolano (lui propone
imbianchino) anche quest’alta oreficeria della psiche è salva.
Nessun commento:
Posta un commento