Gabriel Garcia Marquez
Cent'anni di solitudine
... Appena si affacciava
all’adolescenza Remedios la bella era già la creatura più bella che si fosse
mai vista a Macondo. Era di una bellezza inquietante tanto che Ursula non la
faceva uscire di casa se non per andare a messa ma costringendola comunque a
coprirsi la faccia con uno scialle nero. Gli uomini frequentavano la chiesa con
l’unico proposito di vedere anche solo per un attimo il viso di Remedios della
cui avvenenza leggendaria si parlava con un fervore rimescolante in tutta la
palude. Passò molto tempo prima che ci riuscissero e meglio sarebbe stato per
loro che l’occasione non fosse mai giunta perché la maggior parte di loro non poté mai più ricuperare la tranquillità del
sonno. In realtà, Remedios la bella non era un essere di questo mondo. Pur
molto avanti nella pubertà, non sapeva badare a se stessa e, anche quando
cominciò a farlo, bisognava comunque sorvegliarla perché non disegnasse
pupazzetti sui muri con un bastoncino intinto nella sua stessa cacca. Compì i
venti anni senza saper né leggere, né scrivere, né servirsi delle posate a
tavola, e girava nuda per la casa perché la sua natura si opponeva a qualsiasi
tipo di convenzionalismo. Gli uomini non riuscirono mai a capire che non era
una criminale provocazione la sfacciataggine con la quale si scopriva le cosce
per sopportare meglio il caldo, e il gusto col quale si succhiava le dita dopo
aver mangiato con le mani. Remedios la bella emanava un alito di conturbamento
e una raffica di angoscia: gli uomini affermavano di non aver mai sofferto
un’ansietà simile a quella che produceva l’odore naturale di Remedios. Dopo la
morte di quattro uomini che erano in qualche modo entrati a contatto con
Remedios si cominciò a pensare che ella avesse poteri di morte. Benché certi
uomini dalla parola facile si compiacessero di affermare che valeva la pena di
sacrificare la vita per una notte d’amore con una donna così conturbante; la
verità era che nessuno mosse un dito per cimentarvisi. Forse, non solo per
farla capitolare ma altresì per scongiurarne i pericoli, sarebbe bastato un sentimento
tanto primitivo e semplice, come l’amore, ma quella fu l’unica cosa che non
venne mai in mente a nessuno. Remedios la bella rimase così a vagare per il
deserto della solitudine e nei suoi profondi e prolungati silenzi senza
ricordi, fino ad un pomeriggio di marzo in cui Fernanda volle piegare in
giardino le sue lenzuola di fiandra e chiese aiuto alle donne di casa, tra cui
Remedios che, mentre piegava le lenzuola, improvvisamente cominciò a sollevarsi
verso il cielo e a salutare con la mano tra l’abbagliante palpitare delle
lenzuola che salivano con lei e si
perdevano per sempre nelle alte arie dove non potevano raggiungerla nemmeno i
più alti uccelli della memoria.
https://palomarblog.wordpress.com/2017/06/27/centanni-di-solitudine-incipit/
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