martedì 22 settembre 2015
Tanto rumore per nulla, il 1942 della miss
Massimo Zucchetti
blog Lo scienziato borderline
il manifesto
Oggi le cronache italiane sono piene dell’esternazione della nuova Miss Italia, una ragazza di 18 anni, che, oltre ad avere la gran colpa del capello corto, ha così risposto alla domanda sul periodo storico in cui le sarebbe piaciuto vivere: “1942, per poter vedere la seconda guerra mondiale”. Ed ha poi aggiunto: “La mia bisnonna (91 anni, classe 1924, vivente, mia nota) c’era e mi racconta spesso di quei tempi. Avrei voluto esserci per capire che cosa si provava. Oggi sembra tutto così scontato…”.
“Il web” è impazzito per questa “imperdonabile gaffe”, con grandi, altissimi lai. Il 1942 è diventato l’anno di nascita — e non vissuto — desiderato, facendo apparire la 18enne come poco forte in aritmetica, dato che a due-tre anni è difficile ricordarsi anche di una guerra. Una supposta infelice battuta sul fatto che — donna — non avrebbe dovuto prestar servizio militare, ha poi scatenato le rimostranze di moltissime indignade, che hanno sciorinato elenchi e foto di partigiane martiri della Resistenza, meglio che se loro stesse fossero appena scese a Montecatini insieme a una Brigata Partigiana, per occuparla manu militari. E dopo, magari, passare le acque, già che una ci si trova.
Much ado for nothing. La ragazza missitalia si riferiva semplicemente a quando la sua bisnonna Augusta aveva la sua stessa età: essendo bravina in aritmetica, ha fatto 1924 + 18 = 1942. Et voilà. Fa specie che nessuno abbia colto l’addizione, ed abbia dovuto farlo il qui scrivente povero ingegnere. Va bene. Perdonate la 18enne emozionatella, era ben intenzionata nonostante la battuta infelice. Voleva vedere quell’importante periodo della nostra storia, mica incontrare Justin Bieber o assistere alla fondazione di Un posto al sole. Mica male, no? E morta lì, come si dice.
Francesca Gruppi
filosofa
opinione espressa su facebook
Dai, lasciate in pace quella ragazzina. Io a volte, a trentaquattro anni suonati, quando il criceto corticale va in pausa pranzo (è sindacalizzato) dico cose MOSTRUOSE, senza l'ausilio del panico indotto dalla telecamera e dai tempi televisivi. All'esame di dottorato, per l'ansia da prestazione, ho confuso Condillac con Condorcet. Ma soprattutto, interrogata sui capoluoghi (di recente) ho collocato Pordenone in Lazio. Una volta, davanti a un cartello di transito vietato dalle 0 alle 24, ho chiesto "e che ore sono?". Emiliano Urciuoli e Jacopo Rosatelli possono raccontarne migliaia così, e li invito a farlo. Veramente, stop al massacro.
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