Lenin nel 1923 |
"Divenuto segretario generale, il compagno Stalin ha concentrato nelle sue mani un illimitato potere, e io non sono certo che egli sappia usare questo potere con sufficiente accortezza. D'altro lato il compagno Trockij […] non si distingue solo per le sue notevoli capacità. Credo che come persona egli sia, nell'attuale comitato centrale, la più abile, ma anche la più sicura di sé in misura eccessiva, e credo inoltre che egli sia troppo preso dagli aspetti puramente amministrativi degli affari.
Queste due qualità dei due più eminenti membri dell'attuale comitato centrale potrebbero inavvertitamente provocare una frattura, e se il nostro partito non prende misure atte a impedirla, la frattura potrebbe verificarsi inaspettatamente […]"
Sebbene nessuno possa dire con certezza se Lenin, a suo tempo, venisse a sapere dell'attacco per telefono di Stalin contro la Krupskaja […], si può avanzare con una certa sicurezza la congettura che egli fosse venuto a conoscenza dell'incidente per il 4 gennaio, perché quel giorno chiese di rivedere il passo del testamento che aveva scritto il 24 dicembre e vi aggiunse questo poscritto:
"Stalin è troppo violento, e questo difetto, tollerabile tra comunisti e fra di noi, diventa intollerabile in uno che ha la carica di segretario generale. Pertanto propongo ai compagni di considerare il modo di togliere a Stalin tale carica, e di nominarvi un'altra persona, che differisca sotto tutti gli aspetti da Stalin ma solo per superiorità. e cioè che sia più paziente, più leale, più cortese, più attenta alle esigenze dei compagni, meno bizzosa ecc. Non si pensi che questo sia un fatto di poco conto; io ritengo che per prevenire una tale frattura, e considerando i rapporti tra Stalin e Trockij che ho discusso prima, non si tratti di una cosa di poco conto, o che se ora sembra tale possa invece acquistare un'importanza decisiva".
Louis Fischer, Vita di Lenin, Milano, Mondadori 1973, vol. II
luglio 1923 |
... l' ultimo Lenin, di fronte al dispiegarsi dei contrasti tra i capi che verranno dopo di lui, ripiega su categorie squisitamente personali, come nella più classica tradizione storiografica: come in Tacito, modello insuperato di storiografia che privilegia i conflitti tra persone e l' analisi del loro carattere, Lenin arriva a scrivere che «i rapporti tra Stalin e Trotzkij rappresentano una buona metà del pericolo di scissione». Non si può eludere l' osservazione che proprio l' impianto elitistico del bolscevismo - secondo cui le decisioni e gli scontri risolutivi avvengono nel più selezionato e ristretto vertice - sia la premessa di questo interessante e all' apparenza inatteso ripiegamento del maggior esponente del bolscevismo su categorie e strumenti di valutazione così intrinsecamente tradizionali.
Questo
è il pensiero di Luciano Canfora,
http://archiviostorico.corriere.it/2010/marzo/21/Gli_autogol_politici_Trotzkij_co_9_100321040.shtml
Alla fin fine Lenin non designava un successore, se mai si pronunciava per una soluzione di tipo collegiale:
Probabilmente Lenin si rendeva conto che nessun leader, da solo, era in grado di sostituirlo e, forse proprio per questo, sperava che, allargando la partecipazione agli organi di direzione politica, l'esigenza di avere un leader con altissime capacità sarebbe venuta meno. Sottoponendo tutti i leaders a un maggiore controllo e facendo ruotare le cariche, il problema della successione sarebbe stato meno gravoso.
Non a caso nelle note del 27-28-29 dicembre, riferendosi alla lettera del 28 dicembre sul carattere legislativo delle decisioni del Gosplan, Lenin disse ch'era difficile trovare in una sola persona la combinazione di queste qualità: solida preparazione scientifica in uno dei rami dell'economia e della tecnologia, visione d'insieme della realtà, forte ascendente sulle persone, capacità organizzative e amministrative. Ma forse -diceva ancora Lenin- se si fossero rispettate le sue condizioni, non ci sarebbe stato bisogno di cercare una persona del genere. D'altra parte egli si rifiutò di designare un proprio successore alla guida del partito.
Nel Testamento Lenin cita altri due leaders: Bucharin e Piatakov. Del primo esprime due giudizi apparentemente contraddittori. Da un lato infatti afferma che “non è soltanto il maggiore e il più prezioso teorico del partito, è anche, a ragione, il compagno più benvoluto”; dall'altro però sostiene ch'egli non ha mai ben compreso la “dialettica” e che le sue concezioni del marxismo sono un po' “scolastiche”. In effetti, la posizione assunta da Bucharin durante la conclusione della pace di Brest-Litovsk con la Germania (egli, insistendo sul rifiuto delle condizioni di pace tedesche, rischiò di portare la repubblica allo sfascio), era una testimonianza esplicita della sua carente dialettica: ciò che riconobbe, d'altra parte, lo stesso Bucharin. Non solo, ma Lenin aveva giudicato “scolastica ed eclettica” l'analisi dei fenomeni sociali che Bucharin aveva condotto in alcuni capitoli del suo libero L'economia del periodo di transizione (Bucharin morirà nelle purghe staliniane nel 1938).
Quanto a Piatakov, Lenin gli riconosceva “volontà e capacità notevoli”, ma anche la stessa tendenza di Trotski ad accentuare l'aspetto amministrativo (autoritario) delle cose, per cui non si poteva "contare su di lui su una seria questione politica". Tuttavia, sia per questo caso che per quello precedente, Lenin sperava che i difetti avrebbero potuto, col tempo, essere superati: in fondo Bucharin aveva solo 34 anni e Piatakov 32; si può quindi pensare che i due, col tempo, avrebbero potuto costituire un tandem vincente, benché al momento i leader più importanti fossero Trotski e Stalin (Piatakov sarà fucilato nel 1936).
http://www.homolaicus.com/teorici/lenin/lenin_testamento.htm
Alla fin fine Lenin non designava un successore, se mai si pronunciava per una soluzione di tipo collegiale:
Probabilmente Lenin si rendeva conto che nessun leader, da solo, era in grado di sostituirlo e, forse proprio per questo, sperava che, allargando la partecipazione agli organi di direzione politica, l'esigenza di avere un leader con altissime capacità sarebbe venuta meno. Sottoponendo tutti i leaders a un maggiore controllo e facendo ruotare le cariche, il problema della successione sarebbe stato meno gravoso.
Non a caso nelle note del 27-28-29 dicembre, riferendosi alla lettera del 28 dicembre sul carattere legislativo delle decisioni del Gosplan, Lenin disse ch'era difficile trovare in una sola persona la combinazione di queste qualità: solida preparazione scientifica in uno dei rami dell'economia e della tecnologia, visione d'insieme della realtà, forte ascendente sulle persone, capacità organizzative e amministrative. Ma forse -diceva ancora Lenin- se si fossero rispettate le sue condizioni, non ci sarebbe stato bisogno di cercare una persona del genere. D'altra parte egli si rifiutò di designare un proprio successore alla guida del partito.
Nel Testamento Lenin cita altri due leaders: Bucharin e Piatakov. Del primo esprime due giudizi apparentemente contraddittori. Da un lato infatti afferma che “non è soltanto il maggiore e il più prezioso teorico del partito, è anche, a ragione, il compagno più benvoluto”; dall'altro però sostiene ch'egli non ha mai ben compreso la “dialettica” e che le sue concezioni del marxismo sono un po' “scolastiche”. In effetti, la posizione assunta da Bucharin durante la conclusione della pace di Brest-Litovsk con la Germania (egli, insistendo sul rifiuto delle condizioni di pace tedesche, rischiò di portare la repubblica allo sfascio), era una testimonianza esplicita della sua carente dialettica: ciò che riconobbe, d'altra parte, lo stesso Bucharin. Non solo, ma Lenin aveva giudicato “scolastica ed eclettica” l'analisi dei fenomeni sociali che Bucharin aveva condotto in alcuni capitoli del suo libero L'economia del periodo di transizione (Bucharin morirà nelle purghe staliniane nel 1938).
Quanto a Piatakov, Lenin gli riconosceva “volontà e capacità notevoli”, ma anche la stessa tendenza di Trotski ad accentuare l'aspetto amministrativo (autoritario) delle cose, per cui non si poteva "contare su di lui su una seria questione politica". Tuttavia, sia per questo caso che per quello precedente, Lenin sperava che i difetti avrebbero potuto, col tempo, essere superati: in fondo Bucharin aveva solo 34 anni e Piatakov 32; si può quindi pensare che i due, col tempo, avrebbero potuto costituire un tandem vincente, benché al momento i leader più importanti fossero Trotski e Stalin (Piatakov sarà fucilato nel 1936).
http://www.homolaicus.com/teorici/lenin/lenin_testamento.htm
Nessun commento:
Posta un commento