domenica 26 luglio 2015
Il confino di Nenni a Ponza
L'8 febbraio del 1943, Pietro Nenni viene arrestato dalla Gestapo a Saint-Flour. Rinchiuso nel carcere parigino di Fresnes, vi rimane circa un mese e il 5 aprile viene consegnato alla polizia fascista al Brennero.
Trasferito a Regina Coeli, viene successivamente confinato a Ponza nella primavera del 1943. L'esperienza del confino sull'Isola pontina è magistralmente raccontata nei "Diari", dove Nenni, abile penna, descrive quei giorni e soprattutto l'episodio più importante, ossia l'arrivo di Benito Mussolini inviato al confino dopo l'arresto del 25 luglio:
Dalla finestra della mia stanza ora vedo col cannocchiale Mussolini: è anch'egli alla finestra, in maniche di camicia e si passa nervosamente il fazzoletto sulla fronte. Scherzi del destino! Trenta anni fa eravamo in carcere assieme, per aver partecipato attivamente all'agitazione proletaria di Forlì contro l'impresa libica, legati da un’amicizia che sembrava dover sfidare il tempo e le tempeste della vita, basata come era sull’odio comune della società borghese e della monarchia e sulla volontà di non dare tregua al nemico comune. Oggi eccoci entrambi confinati sulla stessa isola; io per decisione sua, egli per decisione del re e delle camarille di corte, militari e finanziarie, che si sono servite di lui contro di noi e contro il popolo e che oggi di lui si disfano nella speranza di sopravvivere al crollo del fascismo. Ed ecco, stasera il destino ci riunisce nella breve cerchia di un comune destino, ma Mussolini è un vinto, è l'eroe dannunziano che, ruzzolato dal suo trono di cartapesta, morde la polvere e non c'è attorno a lui che gente che lo rinnega per volgersi verso altre mangiatoie. Noi, i suoi avversari di venti anni, i «rottami» contro i quali egli ha avventato i suoi sarcasmi, noi siamo in piedi per altre tappe, altre lotte, altri cimenti, in piedi con la dignità della nostra vita, in piedi con la fierezza della parola mantenuta, italiani senza aureola di gloria o di successo, ma dei quali si dovrà pur dire che per essi la politica fu una cosa seria. Mentre è stata per Mussolini e per i suoi niente altro che farsa e impostura.
Tempo di guerra fredda. Diari e lettere 1943-1956
Fabrizio Montanari
Nenni-Mussolini, amicizia impossibile
24Emilia, 13 marzo 2014
... Quando vent’anni dopo Nenni viene catturato in Francia e spedito in un vagone piombato in Germania, accade l’imprevisto. Improvvisamente e senza una spiegazione il 5 aprile del 1943, dopo aver trascorso 24 giorni sul vagone ferroviario, è deposto al Brennero e consegnato ai carabinieri italiani che hanno l’ordine di accompagnarlo al confino nell’isola di Ponza.
È stato Mussolini a salvarlo? Nenni non lo saprà mai con certezza, anche se nel diario* del Duce in riferimento alla sua caduta e alla prigionia a Ponza, seguita alla sua destituzione operata dal re dopo la seduta del Gran consiglio del fascismo del 25 luglio 1943, si legge: “Quando giunsi a Ponza vi era confinato Nenni. Oggi sarà un uomo libero. Ma se è ancora in vita lo deve proprio a me. Sono molti anni che non lo vedo, ma non credo sia cambiato molto”.
°°°
Nota di Giovanni Carpinelli: diario a lui attribuito e pubblicato il 19 maggio 1962 dal quotidiano Il Tempo, presumibilmente alla data del 20 agosto 1943, ma riferendosi al suo arrivo nell'isola di Ponza, avvenuto la mattina del 28 luglio.
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