Cavallo che vince non si cambia. I sondaggi sono
con lui, che si trova a essere inseguito dai fotografi e a riempire le piazze.
Al posto di Grillo, chi non si convincerebbe che la vittoria è a portata di
mano? Il comico genovese sembra proprio aver trovato il modo per moltiplicare i
consensi. Attaccare tutto ciò che è attaccabile, paragonare gli avversari a
morti che camminano e che non potranno ancora fare danni a lungo. Il paese ha
una serie di fallimenti alle spalle. Chi ne porta la responsabilità deve pagare.
Grillo parla soprattutto il linguaggio della vendetta. Drammatizza tutto,
mostra di sapere chi è stato a provocare il disastro e si presenta come il
giustiziere tanto atteso. Giustiziere prima ancora che dirigente. In un clima
da ultima spiaggia c’è bisogno di voltare pagina, ripartendo dall’idea che il
governo e prima ancora la magistratura devono poter esercitare un controllo
assoluto della vita economica per impedire abusi, manipolazioni e imbrogli: «Il
piano B è il M5S. Il comunismo è fallito perché applicato male, mentre il
capitalismo sta fallendo perché è questo, capitalismo di rapina senza
democrazia: sta massacrando la nostra economia». Questo ha dichiarato il nostro
uomo da Vespa.
Nessuna dittatura in vista, secondo lui. Sarà il
web a decidere tutto, il portavoce del movimento non fa che aprire la strada al
potere diffuso dei cittadini. Troppo bello per essere vero, naturalmente. Sugli
inganni e i pericoli della democrazia diretta si sorvola.
Che tutto questo sia sospetto e puzzi forte di
demagogia è certo. Ma non sta qui il problema ai fini del risultato elettorale.
Si tratta di vedere se una argomentazione simile può procurare al movimento 5
Stelle un numero ancora più ampio di consensi che in passato. Il disco rotto
che ci viene continuamente riproposto può ancora sedurre molti nuovi elettori?
Ho i miei dubbi in proposito. Anche Grillo e
Casaleggio per la verità stanno esitando, come dimostrano le loro ultime uscite
televisive. Casaleggio di governo da Lucia Annunziata contro Grillo di lotta da
Vespa. Sarebbe ora che i due soci in affari cominciassero ad apparire credibili
come prossimi detentori del potere sovrano. Possono continuare finché vogliono
a far roteare la clava sulle nostre teste, se non arrivano a impugnare lo
scettro e ad apparire capaci di assumere una responsabilità di governo, presto
vedranno che la loro forza espansiva urta contro un ostacolo insormontabile. Il
desiderio di vendetta ha le sue ragioni che possono prevalere su ogni altro
motivo, ma la domanda sul dopo è destinata a riproporsi con ossessiva
insistenza: “Quando avrete preso il potere, che farete più esattamente, come
tratterete gli avversari, saprete valutare le conseguenze delle vostre scelte?”
Un conto è urlare a più non posso, un altro conto è far fronte ai problemi con
decisioni ponderate e misure praticabili.
Il futuro è nelle braccia di Giove e nulla permette
di escludere un cambiamento positivo. Il buffone di corte può rivelarsi un
ottimo amministratore e un abile timoniere al comando della nave. Certo il
cambiamento non c’è stato ancora e, se ci fosse, la prospettiva di superare
ogni difficoltà con il raggiungimento di maggioranze bulgare si rivelerebbe
falsa, semplicistica, illusoria. Grillo e Casaleggio stanno giocando con il
loro destino una partita che al momento comporta un salto mortale. Se non
seguiranno la via della mutazione e della conversione alla politica effettiva
con le sue regole, sarà la realtà a ribellarsi contro di loro e a imporre altre
scadenze, altre incombenze, altri obblighi. Il mondo non si lascia sottomettere
come l’immaginario da qualche estroso gioco di parole.
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