sabato 22 ottobre 2016

Stendhal su Beatrice Cenci


… Alle nove e un quarto di sera, il corpo della giovane, vestito dei suoi abiti e incoronato di fiori a profusione, fu portato a San Pietro in Montorio. Era di un’incantevole bellezza; sembrava che dormisse. Fu sepolta davanti all’altar maggiore e alla Trasfigurazione di Raffaello da Urbino. Era accompagnata da cinquanta grandi ceri accesi e da tutti i frati francescani di Roma. […] Beatrice Cenci, che ispirerà un eterno rimpianto, aveva sedici anni giusti [ventidue, in realtà]; era piccola; era piacevolmente grassottella e aveva delle fossette in mezzo alle guance, di modo che, morta e incoronata di fiori, si sarebbe detto che dormisse, e anzi che ridesse, come le accadeva spesso quando era in vita. Aveva la bocca piccola, i capelli biondi e naturalmente ricci. Andando alla morte questi capelli biondi e inanellati le ricadevano sugli occhi, e ciò le dava una certa grazia e induceva alla compassione.
Cronache italiane
data di pubblicazione 1855 
Immagine di copertina: Julia Margaret Cameron, studio per una serie di foto ispirate alla figura di Beatrice Cenci. La modella si chiamava May Prinsep. La data è il 1866.
 Harriet Hosmer, Beatrice Cenci, scultura (1857)
Chissà che volto aveva Beatrice Cenci.
Il famoso ritratto attribuito a Guido Reni è stato dipinto in epoca successiva alla morte della giovane. A metà Ottocento il mito della bella eroina crudelmente decapitata era più che mai vivo e florido, come dimostrano il testo di Stendhal e le due opere di artiste donne qui riprodotte.

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