domenica 16 ottobre 2016

Il fascino di Brett Ashley





Ernest Hemingway, Fiesta, 1926

Brett era maledettamente carina. Indossava un golfino di jersey e una gonna di tweed e si era spazzolata indietro i capelli come un ragazzo. Aveva lanciato lei questa moda. Era fatta di curve come lo scafo di uno yacht da corsa, e con quel golfino di lana non ne sbagliavi nemmeno una. (26)
certe ferite o mutilazioni sono motivo d'allegria, pur restando assai serie per la persona che ne è afflitta. (31)
Godersi la vita significava spendere bene i propri soldi e sapere quando ci si era riusciti. Potevi sempre spendere bene i tuoi soldi. Il mondo era un buon posto per fare acquisti. Sembrava una bella filosofia. Fra cinque anni, pensai, sembrerà stupida come tutte le altre belle filosofie che ho avuto. (153)
… “Sai che ci sente proprio bene quando si decide di non diventare una tardona?”
Sì.”
E' quello che noi abbiamo al posto di Dio.”
C'è gente che ha Dio” dissi. “Tanta gente”.
Con me non ha mai funzionato.”
"Oh, Jake" Brett disse. "Noi due saremmo stati bene assieme."
Di fronte a noi su una pedana, un poliziotto in kaki dirigeva il traffico. Alzò la sua mazza. La macchina improvvisamente rallentò, spingendo Brett contro di me. "Già" dissi io, "non è bello pensare così?" (253)

 
Fernanda Pivano, Introduzione a Ernest Hemingway, Romanzi, I Meridiani Mondadori, 1992

La storia, intrisa di ineluttabile tragedia, aveva tutti i segni del suo [di Hemingway] mondo poetico. La protagonista Brett, apparentemente ninfomane e alcolizzata, aveva conosciuto la guerra come infermiera, aveva visto morire l'uomo che amava e, precipitata nel declino fisico e psicologico, stava per sposare un playboy ma era innamorata di Jake, un reduce di guerra che una ferita aveva reso impotente, col quale conduceva un amore platonico cercando insieme di controllare la sua attrazione fisica per il giovanissimo torero Romero. Vincerà la “morale” e Brett rinuncerà a Romero rifugiandosi tra le braccia del fidanzato platonico perdutamente innamorato di lei. L'ultima scena del libro la vede poco dopo aver rinunciato al torero, abbracciata a Jake su un taxi, mentre gli dice: “Saremmo stati così bene insieme. La battuta finale del libro è il famoso understatement di Jake: “Yes. Isn't it pretty to think so?” tradotto da Giuseppe Trevisani: “Già. Non è bello pensarlo?”

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