martedì 22 dicembre 2015

Podemos e i 5 Stelle



Angela Azzaro 
Podemos in Italia si chiama 5 Stelle


Podemos non è Syriza, ma soprattutto non è la Sinistra italiana. Podemos in Italia c'è già e si chiama Movimento cinque stelle. Podemos è il M5s non tanto nei contenuti quanto nell'elemento dirimente e vincente: essere l'anti casta, l'anti sistema. Sinistra italiana nasce, con tutte le buone intenzioni, dentro il sistema. Più che Podemos è Izquierda Unida che ha preso due seggi. Mi chiedo allora se abbia senso, stando così le cose, tentare di costruire in Italia un quarto polo con queste caratteristiche. Non lo dico con cattiveria ma come domanda vera che mi pongo e anche con una certa preoccupazione.

Simone Lorenzati 
L'apparenza inganna


Su Sinistra Italiana concordo con te. Sulla somiglianza tra Podemos e 5 stelle meno. Hanno in comune la polemica anti-casta e l'utilizzo della rete ma le similitudini si fermano qui. La dirigenza di Podemos è fatta da insegnanti universitari di scienze politiche e dintorni, non certo il dilettantismo e l'ignoranza che più di una volta i pentastellati hanno dimostrato. Podemos arriva dal movimento degli indignados, non si definisce di sinistra ma lo è palesemente. E una politica sull'immigrazione come quella che vorrebbero i grillini è lontana anni luce da quella di Iglesias e i suoi. Ciò detto Italia e Spagna sono molto differenti. E vedremo come proseguirà il tutto.

Jacopo Iacoboni
La Sinistra italiana e il sogno (impossibile) di un Podemos
Il risultato di Podemos suscita entusiasmi nella Sinistra italiana, ma i due casi sono abissalmente lontani
Il Movimento non c’è. E il campo è parzialmente occupato dal M5S


La Stampa 22 dicembre 2015

... Il terzo punto, sostanziale, è che Podemos «nasce da un movimento sociale, generazionale, che affonda le radici nel fenomeno degli indignati. Lì c’è un movimento. In Italia, semplicemente, questo movimento non c’è», constata non senza amarezza Airaudo, che pure vorrebbe provare a costruire qualcosa di analogo partendo da Torino. Forse, si potrebbe aggiungere, l’ultima cosa assimilabile a un movimento, nella sinistra italiana, è stata l’esperienza milanese della primavera arancione di Pisapia: che però non ha prodotto una rete nazionale e un’esperienza generativa a sinistra, e probabilmente, almeno in parte - nel 2013 ha finito per avere zone di tangenza col successo elettorale del Movimento cinque stelle. M5S che però è diversissimo, rispetto a Podemos (i due soggetti hanno anche reciprocamente preso le distanze), almeno perché ha due forti elementi di verticismo: l’azienda che comanda (la Casaleggio) e il leader che ne determina il successo iniziale (Grillo).
Sostiene Enrico Rossi che l’insegnamento di Podemos (anche al Pd) è che bisogna stare «alla larga dalle grandi intese e dal partito della nazione, e invece guardare di più a sinistra, ai ceti deboli della società». Ma cosa vuol dire «guardare più a sinistra?». Podemos non partirebbe mai da cotesta genericità, intanto perché ha una notevole componente anche interclassista, pur declinandola a sinistra, e poi perché nasce in maniera concreta, dalle pratiche, non da un proclama. È il quarto elemento: la pratica principale originaria è stata il movimento di lotta per la difesa della casa dalle banche. Podemos nasce dai movimenti che proteggono gli affittuari (ma anche i proprietari di case) non più in grado di pagare affitti o mutui bancari. In questo senso è una prassi, quasi ignota oggi alla sinistra italiana, che è, e resta, un’operazione per lo più politicista, o una fuoruscita dal Pd. Con eccezioni, per esempio la Fiom. Maurizio Landini ha scritto la prefazione italiana al libro di Iglesias, e è ormai convinto che «bisogna andare oltre molti schemi tradizionali, cosa che Podemos fa. Iglesias si dice socialdemocratico, il problema è che ormai in Europa appare estremista anche essere socialdemocratici». In più, per Landini, «in Italia c’è il problema che una fetta di campo è ormai occupata dal M5S, che prima non c’era; e dobbiamo trovare il modo di farci i conti». 

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