Torino, Einaudi 1966
traduzione di Maria Luisa Spaziani e Livia Moscone
Paolo Uccello (1397-1475)
... Il suo maggior vanto fu probabilmente la figura del guerriero caduto, steso a terra, la cui rappresentazione prospettica dovette offrire parecchie difficoltà. Mai una figura consimile era stata precedentemente dipinta, e per quanto sia troppo piccola rispetto alle altre, è facile immaginare l'impressione che suscitò.
La battaglia di San Romano, Londra, particolare |
... potremmo immaginare di farci accompagnare da lui, sottobraccio a Paolo, a Londra.
Scopriremmo insieme, allora, nel pannello che ora si trova lì, che l’errore di collocazione prospettica del guerriero morto in primo piano è così palese per la semplice ragione che è voluto.
Perché, ci dice Paolo “Con questo errore insinuo nei riguardanti il sospetto che la morte riduce gli uomini… a poveri fantocci non solo fuori del tempo ma dello spazio“.
***
Giovanni Carpinelli Realista o surrealista, Paolo Uccello? L'una e l'altra cosa, probabilmente. Nel caso del guerriero caduto l'effetto di realtà è notevole. Non tanto o non solo per la prospettiva. Il soldato è schiacciato contro la terra in un modo che va oltre l'abbandono del dormiente. Aderisce al suolo, è un oggetto inerte ormai. Questo osservavano al tempo della prima guerra mondiale i testimoni in casi del genere. Quel sonno simulato dall'abbandono era fin troppo perfetto per essere tale, era altro.
Pittura metafisica che mette in scena manichini senza pathos - è stato detto. A ben vedere, l'immagine racconta un'altra storia rispetto al resto del quadro. E' come avvolta nell'indifferenza. Sta qui il pathos.
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