Cara Fanny,
Vi
scrivo dunque benché siate prossima a tornare; non più per
dimandarvi le vostre nuove, maper ringraziarvi della gentile vostra
di lunedì. Che abbiate gradito il mio desiderio di sentire della
vostra salute, è conseguenza della vostra bontà.
Mi avete rallegrato molto
dicendomi che state bene, e che i bagni vi giovano, e così alle
bambine, io ne stava un poco in pensiero, perché i bagni di mare non
mi paiono senza qualche pericolo. Ranieri è sempre a Bologna, e
sempre occupato in quel suo amore, che lo fa per più lati infelice.
E pure certamente l'amore e la morte sono le sole cose belle che ha
il mondo, e le sole solissime degne di essere desiderate. Pensiamo,
se l'amore fa l'uomo infelice, che faranno le altre cose che non sono
nè belle nè degne dell'uomo. Ranieri da Bologna mi aveva chiesto
più volte le vostre nuove: gli spedii la vostra letterina subito
ierlaltro.Addio, bella e graziosa Fanny. Appena ardisco pregarvi di comandarmi, sapendo che non posso nulla. Ma se, come si dice, il desiderio e la volontà danno valore, potete stimarmi attissimo ad ubbidirvi. Ricordatemi alle bambine, e credetemi sempre vostro.
Canti
XXVII Amore e morte
... Quando novellamente
Nasce nel cor profondo
Un amoroso affetto,
Languido e stanco insiem con esso in petto
Un desiderio di morir si sente:
Come, non so: ma tale
D'amor vero e possente è il primo effetto.
Forse gli occhi spaura
Allor questo deserto: a se la terra
Forse il mortale inabitabil fatta
Vede omai senza quella
Nova, sola, infinita
Felicità che il suo pensier figura:
Ma per cagion di lei grave procella
Presentendo in suo cor, brama quiete,
Brama raccorsi in porto
Dinanzi al fier disio,
Che già, rugghiando, intorno intorno oscura.
Mario Martone
il Giornale, 27 agosto 2015
Ci
sono lettere che dicono poco, pur parlando molto. E altre che, pur
parlando pochissimo, dicono tutto. Questa - così breve, così semplice - è
la seconda delle uniche due conosciute, fra quelle che Leopardi scrisse
alla donna di cui era (tacitamente) innamorato. Eppure ci dice
ugualmente tutto di lui. E di lei. A quanto ne sappiamo Giacomo non ebbe
mai il coraggio di manifestare apertamente il proprio amore a Fanny; se
non chiamandola Aspasia, nelle poesie che compongono l'omonimo ciclo. E
nelle quali lei non mostrò mai di riconoscersi. Eppure, come Cyrano de
Bergerac soffiava i suoi «t'amo» a Rossana mettendoli in bocca all'amico
Cristiano, così Giacomo faceva con Fanny, attraverso l'amico Ranieri.
Lei sapeva di piacere a Lui; e non sospettava nulla dietro le gentilezze
dell'Altro. Pur rimanendo lusingata dalle sue attenzioni e, ovviamente,
ammirata dal suo genio. È mai possibile che non abbia compreso il gioco
implicito in questo sfumato quanto ambiguo triangolo amoroso? Che fosse
completamente sincera quando, dopo la morte del poeta, candidamente
chiese a Ranieri «chi era Aspasia»? Non lo sapremo mai.
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http://alfredodecclesia.blogspot.it/2014/10/le-lettere-damore-piu-bellegiacomo.html
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