giovedì 23 ottobre 2014

Un amore al tempo del Gulag

Anna Achmatova 




IN SOGNO



Nero e duro distacco

che io sopporto al pari di te.

Perche' piangi? Dammi meglio la mano,

prometti di ritornare in sogno.

Noi siamo come due monti...

non ci incontreremo piu' a questo mondo.

Se solo, quando giunge mezzanotte,

mi mandassi un saluto con le stelle.

 

1946



Orlando Figes
Qualcosa di più dell'amore
Neri Pozza, Venezia 2012
titolo originale Just send me word. A True story of Love and Survival in the Gulag 

È il 1935 quando Lev incontra Svetlana per la prima volta nel cortile dell'università di Mosca. Snella, con folti capelli castani, gli zigomi sporgenti e occhi azzurri dallo sguardo intelligente e malinconico, Svetlana è una delle poche donne che nel settembre del 1935 si è guadagnata assieme a Lev e a trenta altri uomini l'ammissione alla facoltà, la migliore per la fisica di tutta l'Unione Sovietica. Durante i primi anni di università, Lev la chiama Sveta, va a sedersi accanto a lei alle lezioni, a mangiare con lei in mensa, a incontrarla al club studentesco, ad aspettarla alla fine delle lezioni. Poi la riaccompagna a casa, dove legge con lei la Achmatova e Blok, i suoi poeti preferiti. Impossibile per Sveta non innamorarsi di quel ragazzo dal volto cortese e gentile, con dolci occhi azzurri e la bocca carnosa, come quella di una ragazza. Impossibile anche non essere orgogliosa di lui, quando nel 1940 Lev diventa assistente del prestigioso Istituto di Fisica Lebedev. La Storia, tuttavia, con i suoi tragici eventi è in agguato. Nel 1941 l'esercito tedesco attacca la Russia, cogliendo completamente di sorpresa le forze sovietiche. Arruolatosi volontario, Lev va incontro a un'odissea in cui tutta la sua vita sembra tragicamente naufragare. Opera basata su una storia vera ricostruita attraverso le lettere rinvenute da Figes negli archivi del KGB, "Qualcosa di più dell'amore" è il racconto di un amore vero, che ha saputo resistere al tempo, all'ingiustizia e alla crudeltà della Storia. 
Aldo Agosti, Un amore oltre il Gulag, "Passato e Presente", n. 92, 
maggio-agosto 2014, pp. 145-156.

A Love Story beyond the Gulag. In 1946, after five years as a prisoner of war -first as a Soviet Union in Nazi concentration camps, then as a deportee (falsely accused of treason) in Russia's Arctic Gulag - 29-years-old Lev Miščenko unexpectedly received a letter from Sveta, the sweetheart he had hardly dared hope was still alive. Amazingly, over the next eight years the lovers managed to exchange more than 1200 letters, and even to smuggle Sveta herself into the camp for secret meetings. Their recently discovered correspondence is the onlyknown real-time record of lifein Stalin's Gulag, unmediated and almost uncensored. In Just send me word the historian Orlando Figes took on the task of deciphering and editing it, discovering an impressive record not only of daily "routine" inside a Soviet labour camp, but also (through Sveta's letters) a rare sense of Moscow everyday life in the hardest times of post-war Soviet reconstruction.

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