mercoledì 11 febbraio 2015

Penelope a prima vista

Eva Cantarella
Itaca
Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto
Feltrinelli, Milano 2013 [2002]

Bellissima. Così ci appare Penelope, la prima volta in cui, nell' Odissea, scende dalle sue stanze per raggiungere la sala del banchetto, dove i pretendenti alla sua mano stanno ascoltando i racconti di Femio, l'aedo che dopo avere per anni servito Ulisse, ora è costretto a cantare per i proci:

Per essi il cantore famoso cantava: e in silenzio
quelli sedevano, intenti; cantava il ritorno degli Achei,
che penoso a loro inflisse da Troia Pallade Atena.
Dalle stanze di sopra intese quel canto divino
la figlia d’Icario, la saggia Penelope,
e l’alta scala del suo palazzo discese,
non sola, con lei andavano anche due ancelle.
Come fra i pretendenti fu la donna bellissima,
si fermò in piedi accanto a un pilastro del solido tetto,
davanti alle guance tirando i veli lucenti:
da un lato e dall'altro le stava un'ancella fedele.
(Od., 1, 325-335)
 
Bellissima, ma piangente: come del resto in quasi tutte le sue successive apparizioni. [...]
E' con il cuore spezzato, provando "pazzo dolore", dunque, che Penelope scende tra i suoi spasimanti: centootto, per la precisione. [...] Ora ci interessa Penelope, l'oggetto di tanto desiderio. Che vi fosse chi desiderava sposarla era più che comprensibile. Tutte le virtù che si richiedevano alle donne, Penelope le possedeva in massimo grado.


Più desiderabile di lei, sotto il profilo estetico, vi era, forse, in tutto il mondo greco, solamente Elena, bella come una dea immortale, bella al punto che secondo i vecchi troiani seduti presso le porte Scee a guardare la battaglia che infuriava nella pianura, "Non è vergogna che i Teucri e gli Achei schinieri robusti [...] soffrano a lungo i dolori" (Il., 3, 156-157).
Ma al di fuori di Elena, Penelope "divina" (dia) non temeva rivali. Quando scendeva dai suoi appartamenti, gli effetti che produceva sui proci erano devastanti. Ai pretendenti "si scioglieva il cuore nel petto al vederla", "si scioglievano le membra".
Oltre a intenerire il cuore, la sua visione accendeva il desiderio sessuale. Lo "scioglimento delle membra" è l'effetto tipico del desiderio, non solo nel linguaggio omerico: "Eros che scioglie le membra (lusimeles) ancora mi squassa, /dolceamara invincibile fiera", scrive Saffo.
Una sola volta, nell'Odissea, si dice che Penelope, pur piena di ogni virtù, deve temere il confronto estetico con alcune rivali. Più specificamente con la ninfa Calipso. E, singolarmente, colui che fa questa dichiarazione è suo marito: ma, bisogna ammetterlo, in una situazione molto particolare.



Lui, parlando, diceva molte menzogne
che somigliavano a cose vere,
e lei, ascoltandolo, versava lacrime,
che le devastavano il viso
Come si scioglie la neve sulle cime dei monti,
ed è Euro a sciogliere tutta quella che Zefiro aveva ammucchiata,
e i fiumi si gonfiano di tutta la neve disciolta,
così si scioglievano di lacrime le sue belle guance,
mentre lei piangeva lo sposo,
che, invece, le stava vicino”. (XIX, vv. 203-209)

traduzione di Dora Marinari



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