Anna Maria Merlo
Il dissacrante Charlie Hebdo, nato alla sinistra della sinistra
il manifesto, 8 gennaio 2015
Cabu e Wolinski, che sono stati assassinati ieri assieme al più
giovane Charb, nell’attentato che ha fatto 12 vittime nella redazione
del settimanale Charlie Hebdo, sono stati protagonisti fin dagli anni ’60 dell’avventura, iniziata con Hara-Kiri, della stampa satirica libertaria francese della seconda metà del XX secolo.
All’inizio, c’erano personalità come Topor, Reiser, lo scrittore
François Cavanna, che hanno l’idea di pubblicare la versione
francese di Linus italiano. Nel ’70, dopo varie censure di cui è vittima Hara-Kiri – l’ultima, a novembre, dopo la morte di de Gaulle, per un titolo dissacrante – il gruppo fonda Charlie Hebdo (dal nome di un personaggio di Schultz e con un riferimento ironico a Charles de Gaulle). Della prima versione di Charlie Hebdo
usciranno, fino all’81, 580 numeri. Un altro numero uscirà nell’82.
Nel ’92, la testata rinasce. Fa effetto oggi, di fronte agli
avvenimenti, ricordare che la società costituita allora per il
rilancio si chiamava Les Etitions Kalachnikof. Nel ’92 partecipa già Charb, che dal 2009 era direttore della pubblicazione.
Charlie Hebdo ha radici nella sinistra della sinistra, ma
non ha mai avuto una linea editoriale precisa. La sua storia
è fatta di battaglie, di scontri, di abbandoni, di ostracismi, di
ritorni. E di molte polemiche, anche interne alla redazione: nel
2002, un articolo a difesa del libro La rabbia e l’orgoglio di Oriana Fallaci, viene subito criticato.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 ci sono prese di
posizione conflittuali contro una parte dell’estrema sinistra,
accusata di non aver condannato gli islamisti per
antiamericanismo. Philippe Val, che all’inizio degli anni 2000
diventa direttore della pubblicazione, accusa Tariq Ramadan di
essere un propagandista antisemita. Val nel 2005 difende il «sì»
al referendum sul Trattato costituzionale europeo, altri
difendono il «no» – che sarà vittorioso – sulle pagine del
settimanale.
Charlie Hebdo non si limita alla satira, ma pubblica anche
reportage sulla società e sulle grandi questioni dell’attualità
mondiale (in particolare, alla fine degli anni ’70, importanti
inchieste sull’estrema destra). Oncle Bernard (l’economista Bernard
Maris, assassinato anch’egli ieri) ha firmato cronache
economiche sempre di grande interesse.
La caratteristica di Charlie Hebdo, con le sue vignette
corrosive che molto spesso hanno disturbato, è sempre stata
l’indipendenza, dalle ideologie come dal denaro. «Non vogliamo ricchi
industriali come azionisti – aveva detto Charb nel 2010 – e non
vogliamo neppure dipendere dalla pubblicità. Non prendiamo quindi
gli aiuti di Stato che vanno ai giornali cosiddetti “di deboli
introiti pubblicitari”, visto che non abbiamo pubblicità.
L’indipendenza, l’indipendenza totale, ha un prezzo».
Charlie Hebdo ha sempre lottato contro tutti i fanatismi.
Il primo bersaglio è stata la chiesa cattolica, in quanto
religione maggioritaria in Francia. Le vignette sono state sempre
corrosive, a volte anche con una certa pesantezza.
Il settimanale molte volte è stato denunciato, dai politici, dai
cattolici, di recente dai musulmani. Charb ha sempre precisato:
la critica è sull’ «alienazione delle fede», qualunque essa sia.
Nel 2006, Charlie Hebdo pubblica le caricature di Maometto del giornale danese Jyllands Posten,
arricchite da altre vignette firmate dai disegnatori del
settimanale. Il Consiglio francese del culto musulmano chiede la
censura del numero e sporge denuncia. L’allora presidente, Jacques
Chirac, condanna le «provocazioni manifeste». Ne seguirà un
processo nel 2007, dove ha testimoniato, a favore della libertà di
stampa, anche François Hollande, non ancora presidente.
La storia delle caricature di Maometto, che sembra all’origine
del massacro di ieri, era già stata la causa di un incendio
criminale di cui era stata vittima la sede di Charlie Hebdo nel novembre 2011. La redazione, allora, era stata ospitata per due mesi da Libération. Altre caricature di Maometto susciteranno polemiche e denunce nel 2012.
La copertina in edicola di Charlie Hebdo questa settimana prende in giro lo scrittore Michel Houellebecq, di cui ieri è uscito l’ultimo libro, Soumission, che racconta dell’elezione di un islamista alla presidenza della Repubblica francese nel 2022.
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