venerdì 16 gennaio 2015
Pasolini sulle orme di Manzoni
Pier Paolo Pasolini (1962)
sceneggiatura
Sta sorgendo il sole e dal convento di Pescarenico esce un frate alto, magro, dall'aspetto nobile: frà Cristoforo. Il cielo è tutto sereno. La scena è lieta: ma ogni figura d'uomo che vi appare rattrista lo sguardo.
Alessandro Manzoni (1842)
I Promessi Sposi, cap. IV, incipit
Il sole non era ancor tutto apparso sull’orizzonte, quando il padre Cristoforo uscì dal suo convento di Pescarenico, per salire alla casetta dov'era aspettato. È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare. Il convento era situato (e la fabbrica ne sussiste tuttavia) al di fuori, e in faccia all’entrata della terra, con di mezzo la strada che da Lecco conduce a Bergamo. Il cielo era tutto sereno: di mano in mano che il sole s’alzava dietro il monte, si vedeva la sua luce, dalle sommità de' monti opposti, scendere, come spiegandosi rapidamente, giù per i pendìi, e nella valle. Un venticello d’autunno, staccando da' rami le foglie appassite del gelso, le portava a cadere, qualche passo distante dall’albero. A destra e a sinistra, nelle vigne, sui tralci ancor tesi, brillavan le foglie rosseggianti a varie tinte; e la terra lavorata di fresco, spiccava bruna e distinta ne’ campi di stoppie biancastre e luccicanti dalla guazza. La scena era lieta; ma ogni figura d’uomo che vi apparisse, rattristava lo sguardo e il pensiero.
Etichette:
incipit,
letteratura,
Manzoni,
Pasolini,
promessi sposi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento