Bruno
Bongiovanni
Islam, Comunismo... che Confusione!
L'Unità, 22 settembre 2002
Qualche volta il sentimento che prevale è
l'imbarazzo. Specialmente se abbiamo di fronte un personaggio di peso
(assai più in Italia che in Germania) del circuito
mediatico-storiografico. Intervistato sul Foglio di giovedì,
infatti, Ernst Nolte ci spiega che «riprendendo il titolo di un
famoso libro di Jules Monnerot» potremmo definire l'Islam «il
comunismo del XXI secolo». Il libro di Monnerot, uscito in Francia
nel 1949, e tradotto in Italia nel 1970, si intitola, in realtà,
Sociologia del comunismo. È la prima delle tre corpose parti
in cui è diviso che ha per titolo L'«Islam» del XX secolo. Dove
«Islam», non a caso, è messo tra virgolette. Ma – attenzione! -
ad essere ricondotto all'Islam è il comunismo. E non viceversa. Il
comunismo, tocca sommessamente rammentare, viene dopo l'Islam.
Monnerot, il cui itinerario, dopo una fase gollista (finita già nel
1959), si è in vecchiaia purtroppo concluso tristemente nelle liste
di Le Pen, era stato, a 25 anni (nel 1937), tra i fondatori, con
Bataille e Caillois, del Collège de Sociologie. Era stato anche tra
i collaboratori della rivista Acéphale. Alle sue spalle vi
era dunque, al di là della «segreta» proposta di competizione con
il fascismo sul suo stesso terreno liturgico e «sacralizzante», la
complessa riflessione sulle religioni secolari, ossia sulle religioni
politiche, concetto ripreso di recente, in un libro importante, da
Emilio Gentile. Il quale si è inserito in un dibattito
tedesco-americano ispirato soprattutto a Voegelin. Il totalitarismo
sarebbe il tentativo di sostituire la religione perduta e di colmare
il vuoto prodotto, a partire dal XVI secolo, dal disincantarsi del
mondo, dal sottrarsi cioè del mondo stesso agli incantesimi che lo
rendevano organico e «sacro». Hitler e Stalin sarebbero insomma
l'estrema e tragica risposta, satanicamente riconsacrante, alla
cosmologia vittoriosa di Copernico. La sociologia della
secolarizzazione era comunque nata prima del totalitarismo. Basti
solo ricordare Max Weber. L'Islam, dunque, per Monnerot è sinonimo
di fanatico fervore religioso. E il comunismo è l'estremo
secolarizzarsi, e ideologizzarsi, di tale fervore. Vi è dunque
continuità tra il Collège de Sociologie e la Sociologie du
communisme. Nolte si migliora un pochino nell'articolo sul
Corriere della Sera di venerdì, sintesi di un intervento effettuato
ad un convegno della Fondazione Liberal. Qui si accenna infatti ad
un'«inversione» della «ben nota definizione di Jules Monnerot».
Il comunismo, però, quasi sparisce. E l'Islam odierno diventa, con
argomentazioni (duole dirlo) confuse, il giacobinismo del XXI secolo.
La storia si dissolve. Si metastoricizza. Si trasforma in un
affollato supermercato di categorie che si sovrappongono, Annientando
il prima e il dopo. Il qua e il là. Persino l'Oriente e l'Occidente,
la cui distanza «ontologica» è il pilastro della saggezza degli
organizzatori del convegno, che vorrebbero «dimenticare Parigi» e
universalizzare Washington. Che Dio protegga l'America.
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Cina |
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Tina Modotti |
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