Chiara Frugoni |
Come il re Mida il bravo scrittore trasforma in oro ciò che tocca. Chiara Frugoni ha questa virtù. Da storica è abituata a misurarsi con lo scrupolo del riscontro fattuale, documentario. Resta animata, nel suo percorso retrospettivo, da uno sforzo ostinato di comprensione. E sa cogliere, quando se ne presenta l'occasione, la cifra nascosta di un'esistenza individuale. Lo fa, con un misto di franchezza e discrezione, anche rievocando presenze singolari senza alcun rilievo per la storia del mondo. Il falegname di casa, un'amica d'infanzia, una sorella del nonno diventano personaggi indimenticabili per la grazia della scrittura che ha restituito loro la vita. Questa è la nonna Teresa Fontana, moglie del notaio Serafino Chiappa.
Chiara Frugoni
Perfino le stelle devono separarsi
Feltrinelli, Milano 2013
Nei fiori la nonna aveva sfogato il suo carattere passionale, l'amore che il nonno non le aveva mai ispirato, il ricordo di una storia troncata dalla morte, quando era scesa da sola verso il lago, fino alla collina dell'ulìa bresa, dell'ulivo brizzolato. Da lì aveva guardato il battello che le portava via il suo amore e la sua giovinezza, aspettando che la lenta traversata finisse. Una scia d'acqua era stato il funerale. Poi a casa aveva disfatto, punto dopo punto, quel lenzuolo che come un pizzo di carta traforata avrebbe dovuto avvolgere i suoi sonni di fresca sposa. Non avrebbe sopportato che avvolgesse, ignaro lutto in filigrana, il sonno di altri famigliari.
Una volta - avevo circa sette anni -, mentre cercavo di imparare ad andare in bicicletta nelle piste minuscole dei viali colme di svolte insidiose, ero finita nel boschetto delle dalie e delle rose. Il crocchiare degli steli vuoti e bagnati, l'intenso profumo dei petali schiacciati sul viso e sulle braccia, il dolore del manubrio sotto le costole furono coperti dal grido angosciato della nonna: "I mé fiur!"
Solto Collina |
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