venerdì 5 dicembre 2014

I neri uccisi per errore

Massimo Gaggi 
Eric e gli altri neri uccisi per errore
Corriere della Sera, 5 dicembre 2014

Benjamin Carr, il patrigno di Eric Garner, è un uomo anziano, provato dalla vita e arrabbiato per la decisione del grand jury di non incriminare il poliziotto che ha soffocato quel ragazzone disarmato di 43 anni che entrava e usciva di galera perché vendeva sigarette di contrabbando ma che non era affatto un tipo violento: amato nel quartiere dove, ogni volta che scoppiava una rissa, metteva in mezzo i suoi 170 chili e faceva da paciere. Chili in più che gli sono stati fatali, spingendo il poliziotto che ha cercato di bloccarlo a stringere troppo la presa attorno al collo. Ma le giustificazioni dell’agente cadono davanti al filmato dell’arresto: Eric schiacciato sul marciapiede che per undici volte ripete «non riesco a respirare». Giusta la rabbia di Benjamin, anche perché sono ormai troppi — sei solo a New York negli ultimi anni — i casi di neri disarmati uccisi per errore da poliziotti che non hanno mai dovuto rispondere dei loro atti davanti alla giustizia. Ma quando un nero rovescia per protesta un bidone di spazzatura in mezzo alla strada, dove Eric è stato ucciso il 17 luglio scorso, Benjamin lo costringe a ripulire l’asfalto: «Questo non è il modo di protestare. Ed Eric non avrebbe voluto». Un gesto col quale Ben Carr si guadagna il ruolo di eroe positivo della protesta di New York, così come a Ferguson, dieci giorni fa, Louis Head, il patrigno di Michael Brown, era diventato il simbolo negativo della rivolta nel sobborgo di St Louis quando, poco dopo l’annuncio dell’assoluzione dell’agente che aveva sparato e ucciso, aveva aizzato la folla: «Andiamo a bruciare quella puttana». Intendeva la caserma della polizia davanti alla quale stava manifestando, ma pochi minuti dopo erano in fiamme anche magazzini e negozi della tranquilla borghesia nera della cittadina, forse punita perché imbelle, e anche la chiesa frequentata al padre di Michael, reo di aver invitato la gente alla calma alla vigilia della sentenza. Ripristinare la fiducia dei cittadini Usa, minoranze etniche comprese, nella polizia non sarà facile. Né sarà facile modificare il comportamento di agenti abituati a usare la mano pesante nei quartieri dei neri e degli ispanici, in parte per pregiudizio razziale, in parte perché qui viene commesso il 90% dei crimini. Ma per riuscirci ci vorranno proprio i Ben Carr, non i Louis Head. Obama ha ragione quando avverte che la causa dei diritti civili ha vinto quando è stata sostenuta da proteste ostinate ma non violente, non da piazze incendiarie.

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