domenica 25 settembre 2016

Relazioni pericolose





Madame de Tourvel crede in Valmont, incapace di vedere il male nell’uomo di cui è innamorata.
Esce pulita dal confronto con Valmont e la Marchesa [de Merteuil]. Inconsapevole pedina, che spiazza i loro giochi con la verità e la purezza dei sentimenti.
Madame de Tourvel è il personaggio che ho amato di più. Non cede banalmente alle lusinghe di Valmont. Ne uscirebbe a sua volta corrotta se così fosse.
Si innamora dell’uomo entrando in contatto con la propria umanità. Sembra farsi sopraffare ma domina con la sua purezza su tutti i personaggi del romanzo.

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TOURVEL: UN RITRATTO A DUE VOCI
Pierre Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose

La Marchesa di Merteuil al Visconte di Valmont 

… Ah, dunque volete conquistare la présidente Tourvel! O capriccio insensato, o testa strampalatissima che avete, la quale non sa desiderare se non quello appunto che reputa impossibile d’ottenere. E avete osservato almeno che donna è mai questa? Ha fattezze regolari, ve l’ammetto, ma senza nessuna espressione. Ha un personale discreto, ma senza neppure l’ombra della grazia. E veste poi in modo da far ridere la gente, tutta infagottata nei suoi fisciù per volersi coprire il petto, e col busto che le sale fin sotto il mento! Ve lo dico da amica, datemi retta: un paio ancora di queste conquiste, e la vostra reputazione è bell’e spacciata. Ricordatevi un po’ del giorno in cui faceva la questua a San Rocco, e che voi mi ringraziaste dello spettacolo che vi avevo procurato: mi pare di vederla ancora girare con quello spilungone dai capelli lunghi che la guidava per mano; pareva che dovesse incespicare a ogni momento, e metteva il suo spropositato guardinfante sempre addosso alla gente, e a ogni riverenza non faceva che arrossire! Chi vi avrebbe detto allora che avreste finito per desiderare una donna simile? Suvvia, visconte, arrossitene anche voi, e rientrate in cervello: vi prometto che non ne dirò mai niente a nessuno.

Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil …

Con che foschi colori mi dipingete la signora Tourvel! Se al posto vostro ci fosse un uomo, pagherebbe con la vita la sua insolenza; e qualunque altra donna, all’infuori di voi, ne avrebbe avuto alla men peggio una dura lezione. Fatemi la carità di non mettermi più a questi cimenti, perché non so davvero se potrei sopportarli. Per l’amicizia che ci lega, aspettate almeno che io abbia conquistato questa donna, prima di dirmene male. Non sapete che solo il possesso ha il diritto di far cadere le illusioni? Ma che vado dicendo? La signora Tourvel ha forse bisogno d’illusioni? Non le basta presentarsi così com’è, per essere una creatura adorabile? Le avete rimproverato il suo modo di vestirsi. Sfido io! Qualunque abbigliamento le nuoce, poiché non fa che nascondere le sue bellezze, le quali tutte si rivelano nel loro magnifico splendore soltanto nell’abbandono del négligé. Grazie al calore asfissiante di questi giorni, ho potuto ammirarla appunto in una sottile veste da camera che dà risalto a tutte le forme appetitose del suo bel corpo, sodo e pastoso; e poiché una semplice mussolina le copriva il petto, i miei sguardi furtivi han potuto penetrare oltre, e godere già la vista delle rotondità più deliziose. Il suo volto, secondo voi, non ha espressione. E che diamine volete che esprima, in un momento in cui niente le parla ancora al cuore? Certo ella non ha lo sguardo traditore delle civette, che magari a tutta prima piace, ma poi quasi sempre ci delude. Non sa coprire il vuoto d’una frase con sorrisetti studiati; e, benché abbia denti bellissimi, ride solo quand’è il caso di ridere. Ma bisogna poi vederla nei momenti d’allegria, come sa essere ingenua e schietta nella gioia; e come, nel soccorrere qualche disgraziato, il suo sguardo s’anima d’una luce di soave pietà e di pura letizia! Bisogna soprattutto vederla quando le si rivolge qualche lode o qualche complimento, e nel suo visetto celestiale si dipinge l’onesto rossore di una non finta modestia! È schifiltosa e devota; epperò la giudicate fredda e senz’anima. Io la penso diversamente, e mi pare che occorra una sensibilità portentosa per poterla espandere finanche sul proprio marito e amare una persona che è sempre lontana.

Pierre Choderlos de Laclos (1741-1803) Les liaisons dangereuses (1782) 

La Marquise de Merteuil au Vicomte de Valmont

… Vous, avoir la présidente Tourvel! mais quel ridicule caprice! Je reconnais bien là votre mauvaise tête, qui ne sait désirer que ce qu’elle croit ne pouvoir pas obtenir. Qu’est-ce donc que cette femme? des traits réguliers si vous voulez, mais nulle expression : passablement faite, mais sans grâce : toujours mise à faire rire, avec ses paquets de fichus sur la gorge, & son corps qui remonte au menton ! Je vous le dis en amie, il ne vous faudrait pas deux femmes comme celle-là, pour vous faire perdre toute votre considération. Rappelez-vous donc ce jour où elle quêtait à saint-Roch, & où vous me remerciâtes tant de vous avoir procuré ce spectacle. Je crois la voir encore, donnant la main à ce grand échalas en cheveux longs, prête à tomber à chaque pas, ayant toujours son panier de quatre aunes sur la tête de quelqu’un, & rougissant à chaque révérence. Qui vous eût dit alors, vous désirerez cette femme? Allons, vicomte, rougissez vous-même, & revenez à vous. Je vous promets le secret.

Le Vicomte de Valmont à la Marquise de Merteuil

…De quels traits vous osez peindre madame de Tourvel ! . . . quel homme n’eût pas payé de sa vie cette insolente audace ? à quelle autre femme qu’à vous n’eût-elle pas valu au moins une noirceur ? De grâce, ne me mettez plus à d’aussi rudes épreuves; je ne répondrais pas de les soutenir. Au nom de l’amitié, attendez que j’aie eu cette femme, si vous voulez en médire. Ne savez-vous pas que la seule volupté a le droit de détacher le bandeau de l’amour? Mais que dis-je? madame de Tourvel a-t-elle besoin d’illusion? non : pour être adorable il lui suffit d’être elle-même. Vous lui reprochez de se mettre mal ; je le crois bien, toute parure lui nuit ; tout ce qui la cache la dépare. C’est dans l’abandon du négligé qu’elle est vraiment ravissante. Grâce aux chaleurs accablantes que nous éprouvons, un déshabillé de simple toile me laisse voir sa taille ronde & souple. Une seule mousseline couvre sa gorge ; & mes regards furtifs, mais pénétrants, en ont déjà saisi les formes enchanteresses. Sa figure, dites-vous, n’a nulle expression. Et qu’exprimerait-elle, dans les moments où rien ne parle à son cœur? Non, sans doute, elle n’a point, comme nos femmes coquettes, ce regard menteur qui séduit quelquefois et nous trompe toujours. Elle ne sait pas couvrir le vide d’une phrase par un sourire étudié ; et quoiqu’elle ait les plus belles dents du monde, elle ne rit que de ce qui l’amuse. Mais il faut voir comme, dans les folâtres jeux, elle offre l’image d’une gaîté naïve & franche! comme, auprès d’un malheureux qu’elle s’empresse de secourir, son regard annonce la joie pure et la bonté compâtissante! Il faut voir, surtout au moindre mot d’éloge ou de cajolerie, se peindre, sur sa figure céleste, ce touchant embarras d’une modestie qui n’est point jouée. Elle est prude et dévote, et de là vous la jugez froide et inanimée. Je pense bien différemment. Quelle étonnante sensibilité ne faut-il pas avoir pour la répandre jusque sur son mari, et pour aimer toujours un être toujours absent!

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