Credo che molti siano rimasti stupiti più che dalla
fabbricazione di qualifiche accademiche che Giannino abbia millantato anche una
partecipazione allo Zecchino d’Oro (almeno questa è la voce che gira in rete da
qualche ora). Se fosse vero – cioè se fosse vero che si fosse inventato anche
questo “titolo” – a me che ho una vera passione per la semiotica, cioè per lo
studio più che del senso della produzione del senso, sembra una cosa del tutto
in linea col personaggio.
Pensateci bene: fisicamente Oscar non è certo un Adone, e
non credo lo sia mai stato. Da qui è probabile che derivi la sua passione per
l’abbigliamento estroso, nonché la necessità di “costruirsi” un’identità
professionale, supportata da lauree e diplomi vari, e ci sta pure che affermi
di aver avuto accesso al regno dei “bimbi belli” per eccellenza che è appunto
lo Zecchino d’Oro: in un mondo dove l’immagine è tutto, anche i brutti
anatroccoli – che sanno benissimo di non poter mai ambire a diventare splendidi
cigni – tentano di rifarsi il look.
L’errore di Giannino (a mio parere) è tipico appunto di chi
soffre di questa “sindrome del brutto anatroccolo”. L’INSICUREZZA. È per
insicurezza infatti che ha ritenuto di dover supportare le sue capacità
professionali millantando un percorso di studi non vero. Per quanto mi riguarda
è proprio questa la delusione più grande: al di là delle sue idee, ho sempre
apprezzato in lui l’onesta e la forza di carattere che – pensavo – avevano reso
possibile anche ad una persona che parte svantaggiata di farsi una carriera e
diventare un personaggio pubblico. E qui casca l’asino: meglio avrebbe fatto a
giocare con estro la sua realtà di brutto anatroccolo, rivendicandola con
orgoglio: sono brutto sgraziato? Bene, mi vesto in maniera così originale da
attrarre ancora di più l’attenzione sul mio fisico; non ho un titolo di studio
formale? Chissenefrega, faccio della mia esperienza, del mio essere autodidatta
una bandiera!
Occasione sprecata e somma delusione quindi, non solo per coloro che
hanno aderito al suo partito, ma anche per quelli che – come me – non
condividono minimamente le sue posizioni politiche, ma che hanno creduto di
poter vedere in lui un “Don Chisciotte” della meritocrazia contro i mulini a
vento del nepotismo imperante… e come spesso accade l’eroico cavaliere è
finito, ahimè, gambe all’aria.
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