Gennaro Carotenuto
Cile, la comunista Jeannette Jara vince le primarie. Ora viene la sfida più difficile
Domani, 1 luglio 2025
Sarà la comunista Jeannette Jara, già ministra del Lavoro di Gabriel Boric, a sostenere la sfida – difficile – di non consegnare un Cile sempre più polarizzato all’estrema destra di José Antonio Kast nelle presidenziali del 16 novembre.
È questo l’esito delle primarie di domenica 29, dove Jara si è imposta col 60 per cento su quella che fino a un mese appariva la favorita, la socialdemocratica Carolina Tohá (28 per cento), già ministra degli Interni e figlia di José Tohá, socialista, anch’egli ministro degli Interni di Salvador Allende, sopravvissuto alla battaglia della Moneda, poi fatto assassinare da Pinochet.
Una svolta
Fino a poche settimane fa Jara non superava il 30 per cento nelle aspettative di voto e, solo nelle ultime settimane, si era percepito che la vittoria di Tohá, considerata da quasi tutti i politologi nazionali come la figura più opportuna per sconfiggere le destre, non fosse più così sicura. Nel discorso di accettazione, molto cilenista, ovvero puntando sull’orgoglio nazionale come s’usa da queste parti, ha lanciato il primo segnale sulla linea che prenderà la campagna già lanciata: «Continueremo a essere un paese libero, indipendente e sovrano».
La partecipazione al voto, di 1,4 milioni, è stata relativamente bassa, con il governo che, esagerando, chiamava a raggiungere i due milioni. Questa ha indubbiamente favorito Jara, capace di contare sulla militanza tradizionale comunista, in pochi paesi al mondo tuttora radicata e diffusa come nel paese australe, ma il suo successo appare così netto da avere sia caratteristiche personali.
Così, per la prima volta dal ritorno della democrazia, il campo progressista avrà una candidata comunista. I precedenti recenti sono di quando nel 1999 Gladys Marín ottenne il 3,2 per cento al di fuori della Concertazione e del 1970, quando il PCCh candidò ufficialmente Pablo Neruda, poi ritiratosi per convergere su Salvador Allende il 4 settembre.
Jara, 51 anni, militante della Jota (Gioventù Comunista) dal 1989, appena compiuti 14 anni, avvocata e amministratrice pubblica, è una politica esperta che in queste settimane di esposizione mediatica ha mostrato molto più carisma della rivale Tohá. Sottosegretaria di Michelle Bachelet (2016‑2018), e soprattutto ministra del lavoro del governo Boric (2022‑2025), ha costruito il suo consenso con riforme emblematiche come la settimana lavorativa di 40 ore e un consistente aumento del salario minimo. In un partito ancora ufficialmente marxista-leninista e vicino alla Rivoluzione cubana, che ha definito «una democrazia distinta», mentre si è distanziata dal Venezuela di Maduro definito «un regime autoritario», la prima sfida sarà quello di mostrare un profilo progressista capace di tenere insieme una tradizione plurale del centro sinistra e sconfiggere le destre al ballottaggio.
Cosa si muove a destra
La destra è favorita per novembre, e non solo per il profilo polarizzante di Jara, ma il cammino non le sarà facile. Senza primarie i candidati saranno tre: la più moderata Evelyn Matthei, battuta nel 2013 da Michelle Bachelet con un modesto 37 per cento al ballottaggio, l’ultra José Antonio Kast, sconfitto da Boric nel 2021 col 44 per cento e l’emergente libertario (una versione transandina di Milei) Johannes Kaiser.
Sono le cosiddette tre destre, una sorta di attacco a tre punte, pronto a riunirsi nel ballottaggio. Matthei, figlia di un generale golpista, è la più centrista con tinte quasi liberal. Kast è il conservatore duro e puro, che quattro anni fa appariva la destra più estrema possibile, oggi superato dall’odiatore populista Kaiser.
Se a lungo nei sondaggi andava in testa Matthei, oggi questa è in caduta libera. Per il 16 novembre, ma tanta acqua dovrà passare sotto i ponti del Río Mapocho fino allora, Kast è valutato intorno al 24 per cento e Jeannette Jara al 16 per cento (dato che non contempla ancora il successo nelle primarie). La contesa, con ogni evidenza, si risolverà il 14 dicembre al ballottaggio.
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