venerdì 25 luglio 2025

Jane Austen


Maria Teresa Carbone
Jane Austen, un anniversario che appassiona le pagine culturali dei giornali
il manifesto, 24 luglio 2025

Nelle redazioni dei giornali, cartacei o virtuali che siano, si dice spesso – a riprova di quanto la cultura sia distaccata dalla realtà – che in due sole occasioni le pagine dei libri si occupano di attualità, ed è quando muore un autore famoso e quando si assegna il Nobel per la letteratura. Non è del tutto vero, ma è innegabile che sulle modalità di pubblicazione dei materiali culturali influiscono ragioni (più che legittime) ben lontane dallo spirito della «ultim’ora» (o, come si dice adesso, della breaking news) che ormai coincide con il concetto di informazione: in primo luogo, il tempo non breve che richiede una recensione dal momento in cui viene messa in cantiere a quando arriva sulla scrivania del redattore, e la conseguente necessità di programmare in anticipo le uscite.

IN QUESTO QUADRO  non stupisce la passione delle pagine culturali per gli anniversari, che hanno il pregio di non arrivare di sorpresa, e quindi di poter essere trattati senza fretta, scegliendo i collaboratori adatti, ai quali viene dato l’agio di riflettere con calma sui loro articoli. Se poi l’autrice o l’autore di cui ricorre l’anniversario unisce notorietà popolare e spessore letterario, il saggio redattore ci camperà per mesi, grazie a nuove edizioni, convegni e compagnia cantante. Vedi il caso di Jane Austen di cui il 16 dicembre ricorreranno i 250 anni dalla nascita, ma che dall’inizio del 2025 occupa stabilmente le pagine culturali dei media di tutto il mondo, grazie alla mole di iniziative registrate dal  sito ufficiale. (Qui segnaliamo solo che nell’ampia sezione dedicata all’anniversario gli/le austenomani possono anche riversare i loro messaggi adoranti e procacciarsi per 19 euro la paperella di gomma ispirata all’autrice di Orgoglio e pregiudizio, insieme ad altri imperdibili memorabilia.

Sono però usciti interventi più corposi, che offrono nuove prospettive su un’opera già tante volte dissodata: da citare, per esempio, l’articolo pubblicato sul New York Times dalla scrittrice Lauren Groff,– in realtà la rielaborazione del testo introduttivo al meno amato dei libri di Austen, Mansfield Park, riedito negli Usa per Vintage Books. Contro chi critica la sua eroina, Fanny Price, considerata scialba rispetto a Lizzie Bennett o a Emma Woodhouse, e soprattutto contro chi vede nel romanzo un implicito avallo dello schiavismo britannico, Groff ribatte che si tratta dell’opera di Austen «più audace, coraggiosa, sovversiva e artisticamente matura», e tra l’altro nota come la scrittrice fosse già celebre ai suoi tempi, citando la recensione – lunga venti pagine – che Walter Scott, l’autore di Ivanhoe, allora all’apice della fama, dedicò nel 1815 a Emma su The Quarterly Review.

Intorno a Sense and Sensibility ruota invece un intervento uscito sulla Paris Review in cui la scrittrice statunitense di origine messicana Sandra Cisneros ricorda – come già Ellen Moers nello stupendo e mai riedito Grandi scrittrici grandi letterate, Edizioni di Comunità 1979 – che nell’opera e nella vita di Austen l’aspetto economico è centrale quanto e più di quello «sentimentale». (E a chi ne dubitasse, consigliamo di rileggere l’incipit di Persuasione, oltre a quello celeberrimo di Orgoglio e pregiudizio).

Insomma, oltre a Trump e alle guerre, questo è, per fortuna, anche l’anno di Jane Austen. E chissà se uno o più dei suoi romanzi sono contenuti nella donazione di duemila volumi fatta da Nick Cave a Oxfam, l’ente benefico che si batte contro la povertà nel mondo. Ne  scrive Francesca Williams su The Argus, specificando che il gestore della sede di Hove, cui sono stati donati i volumi, non segnalerà a chi erano appartenuti – una decisione lodevole, disallineata rispetto allo spirito del tempo.

https://machiave.blogspot.com/2013/04/jane-austen-emma-1815-incipit.html

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