Antonello Guerrera
I quindici significati di “sorry”: la parola più usata e fraintesa dell’inglese britannico
la Repubblica, 13 luglio 2025
LONDRA – Quante volte avete sentito in inglese la parola “sorry”? Molte, moltissime, forse troppe. Visto che ormai, come spiega uno studio dell’università di Sheffield Hallam, l’utilizzo per esprimere delle scuse, o compassione o rimorso, è solo uno dei tanti, moltiplicatisi nel tempo. Nella lingua inglese di oggi, secondo la ricerca commissionata dalla app linguistica Babbel, sarebbero arrivati già a 15 diversi.
Il caos per gli stranieri
Il caos per gli stranieri o per chi non vive oltremanica e non ha a che fare con la quotidianità del “sorry”, a Londra e altrove. Karen Grainger, che insegna alla Sheffield Hallam, afferma che oramai “sorry” è utilizzato più frequentemente per cercare di essere cortesi, educati. O magari per esprimere un moderato disaccordo nei confronti dell’interlocutore. Come racconta il Times, i britannici dicono “sorry” nove volte al giorno in media.
Secondo Sofia Zambelli, esperta di cultura e linguaggio presso Babbel, “nell’inglese britannico, ‘sorry’ è un lubrificante sociale, un’esclamazione o una risposta a un lieve disagio, oltre a essere utilizzato per esprimere delle vere scuse. Questa sua straordinaria multifunzionalità la rende una delle parole più affascinanti e allo stesso tempo più fraintese della lingua inglese”, dice all’Independent.
Che confusione. La testimonianza al quotidiano britannico di Mattias Pettersson, un ragazzo svedese che vive nel Regno Unito, è esemplare: “Quando ho cominciato a uscire con la mia ragazza, sono rimasto colpito da quanto spesso dicesse ‘sorry’. All’inizio pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato. Diceva ‘sorry’ quando ci incrociavamo nel corridoio, quando mi porgeva qualcosa, perfino mentre starnutiva. Col tempo, osservando anche nostra figlia di due anni e altri britannici che ho conosciuto, ho capito che ‘sorry’ può voler dire qualsiasi cosa: da ‘mi scusi’ a ‘prima tu’, fino a ‘esisto, spero che non sia un problema’”.
"All’inizio non sapevo come reagire”, continua Pettersson, "dovevo scusarmi anch’io? Dire grazie? Era confuso ma anche affascinante: una parolina minuscola con mille significati. Sembrava ci fossero regole segrete che non avevo ancora imparato. Col tempo, ho imparato ad amarla. Non mi sembra più un’abitudine strana, ma un segno silenzioso di attenzione e premura”.
I 15 modi in cui i britannici usano “sorry”
Ecco dunque, secondo lo studio, i 15 modi in cui i britannici oggi usano più frequentemente la parola “sorry”: 1) Una espressione di scuse autentica utilizzata anche quando qualcuno vuole dimostrare empatia verso un’altra persona che, per esempio, riceve una brutta notizia. 2) Uso passivo-aggressivo, come in: "Mi spiace se ti sei offeso”. 3) Se due persone si incontrano per caso in un luogo pubblico, ci si aspetta che entrambi dicano “sorry". 4) Quando qualcuno sta bloccando un passaggio, spesso si dice “sorry” per chiedere gentilmente di spostarsi. 5) “Sorry” può essere usato prima di esprimere educatamente un disaccordo, come in: "Sorry, ma non sono d’accordo”. 6) Oppure, per far rispettare una regola: "Sorry, ma non puoi sederti lì”. 7) Ci sono anche casi in cui “sorry” sostituisce “pardon?”, durante le conversazioni, quando non si è capito cosa ha detto l’altra persona.
Ma anche: 8) Può essere usato per esprimere indignazione, ad esempio: "Sorry, ma quello che ha fatto è stato davvero inaccettabile”. 9) Per rifiutare un invito o una proposta. 10) Prima di interrompere qualcuno. 11) Ma anche prima di chiedere a qualcuno di fare qualcosa: “Sorry, mica potresti...”. 12) Se si vuole evitare un’interazione, ad esempio perché si è impegnati, di solito si inizia scusandosi. 13) “Sorry” viene spesso detto prima di parlare in modo diretto o più franco. 14) Per ammettere violazioni minime delle regole: "Sorry, ma non ho resistito”. 15) Se si vuole correggere qualcuno ma in modo gentile: “Sorry, secondo me...”.
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