Grillo: "Non candideremo Vattimo"
La Stampa, 17 gennaio 2014
Beppe Grillo dice no a Gianni Vattimo, il filosofo prestato
alla politica che si è auto-proposto come candidato alle europee per il
Movimento 5 Stelle. Parlamentare europeo eletto tra le liste dell’Italia
dei Valori nel 2009, il filosofo ha detto di volersi iscrivere al M5s e
partecipare alle prossime elezioni di maggio. Ma il leader dei Cinque
Stelle lo frena: le regole del Movimento non consentono una sua
candidatura perché esiste la rigidissima regola che vieta il doppio
mandato.
«Gianni Vattimo non è candidato né candidabile alle elezioni
europee con il M5S», scrive infatti di prima mattina su Twitter Beppe
Grillo dopo aver sfogliato i giornali che rilanciavano la notizia
dell’autocandidatura dell’eurodeputato che ha militato prima nel Partito
Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici
di Sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, e nel Partito dei
Comunisti Italiani.
Un’intenzione lanciata da Vattimo in un suo articolo,
scritto in terza persona e pubblicato sul proprio blog. «Nel 2014 - ha
scritto - avrebbe anche il diritto-dovere di pensionarsi, ma non ne ha
voglia: ha ancora impegni politici, anzitutto la lotta No Tav». E
siccome «il futuro dell’Idv in Italia sembra legato alla possibilità di
ritornare nell’area Pd», cosa che a Vattimo non interessa, «l’unica via
verosimile, provare con i Cinque Stelle, visto che sono l’alternativa ai
due schieramenti di regime».
Il filosofo dichiara, sempre in terza persona, che «al
Movimento si sente legato da simpatie e solidarietà NoTav», oltre che
per l’opposizione professata al fiscal compact e alle politiche di
austerità. Ottime ragioni, insomma, non solo per candidarsi ma per
insistere sulle buone ragioni della sua offerta anche dopo il niet di
Grillo. Intervistato oggi da Repubblica Tv il filosofo torinese spiega
di aver parlato con Grillo qualche giorno fa: «Mi ha detto ok, purché mi
sottomettessi alle regole. Nessuno dei due pensava in quel momento al
limite dei due mandati», racconta. «Io credo che se c’è un vecchiardo
come me, che ha una certa esperienza nell’europarlamento, a loro può
fare comodo. Quindi la regola dei due mandati, come è stata istituita
può anche essere violata. Tutta questa diffidenza per i vecchi politici
riciclati va bene, però...».
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