Carlo
Ginzburg
Cesare
Garboli e il suo antagonista segreto
sta
in Cesare Garboli, Tartufo, Adelphi, Milano 2014
Nel
settembre 1980 si tenne a Firenze un convegno su Roberto Longhi,
morto dieci anni prima. La seduta del giorno 27 cominciò con una
relazione di Gianfranco Contini, che parlò delle varianti del libro
di Longhi su Caravaggio. Finiti gli applausi il presidente o
presidentessa (non ricordo chi fosse) diede la parola a Cesare
Garboli. Garboli rimase immobile, con gli occhi fissi nel vuoto.
L'invito venne ripetuto. Passò forse un minuto, interminabile. A
questo punto Garboli si riscosse e parlò con voce bassissima: "Ero
tutto preso dalla stupenda relazione di Contini". Nella sala era
calato un gran silenzio. Pensai: Cesare sta recitando. Accanto
a me Enrico Castelnuovo guardava Garboli, che non aveva mai visto
prima, letteralmente a bocca aperta. (Qualche tempo dopo Castelnuovo
mi raccontò di aver provato a cominciare una conferenza rifacendo la
gag di Cesare, ma tutto gli era andato storto: il pubblico aveva
cominciato a dire "voce, voce", ecc.).
https://rassegnastampapagineculturali.wordpress.com/2014/03/09/matteo-marchesini-lastrologo-delle-parole-che-leggeva-i-destini-nella-poesia-cesare-garboli/
https://rassegnastampapagineculturali.wordpress.com/2014/03/09/matteo-marchesini-lastrologo-delle-parole-che-leggeva-i-destini-nella-poesia-cesare-garboli/
carisma s. m. [dal lat. eccles. charisma, gr. χάρισμα, der. di χάρις «grazia»] (pl. –i, ant. carìsmati). – 1.
Nel linguaggio religioso, la grazia come dono elargito da Dio. In
partic., nel linguaggio teologico cristiano il termine indica o la
semplice grazia santificante infusa a tutti i credenti col battesimo
(talora usato anche come sinon. di sacramento
in genere) o, in senso stretto, un dono soprannaturale straordinario
concesso a una persona a vantaggio della comunità (per es., il dono
dell’infallibilità, la virtù profetica, la possibilità di operare
guarigioni miracolose): possedere, esercitare un carisma. 2.
Nelle scienze sociali, il termine, introdotto nel 1922 da M. Weber, e
poi largamente diffusosi, indica il complesso delle facoltà e dei poteri
straordinarî che una persona possiede e che le vengono riconosciuti
all’interno di un gruppo religioso, culturale o economico, o nella
società, consentendole l’assunzione di un ruolo direttivo. 3.
estens. Capacità di esercitare, grazie a doti intellettuali o fascino
personale, un forte ascendente sugli altri e di assumere la funzione di
guida, di capo: il c. di un uomo politico; un attore dotato di grande c.; avere, non avere carisma.
Formidabile aneddoto. Per chi ha amato Garboli come per chi ha amato Contini. Grazie
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