martedì 20 maggio 2014

Grillo a un punto di svolta



Cavallo che vince non si cambia. I sondaggi sono con lui, che si trova a essere inseguito dai fotografi e a riempire le piazze. Al posto di Grillo, chi non si convincerebbe che la vittoria è a portata di mano? Il comico genovese sembra proprio aver trovato il modo per moltiplicare i consensi. Attaccare tutto ciò che è attaccabile, paragonare gli avversari a morti che camminano e che non potranno ancora fare danni a lungo. Il paese ha una serie di fallimenti alle spalle. Chi ne porta la responsabilità deve pagare. Grillo parla soprattutto il linguaggio della vendetta. Drammatizza tutto, mostra di sapere chi è stato a provocare il disastro e si presenta come il giustiziere tanto atteso. Giustiziere prima ancora che dirigente. In un clima da ultima spiaggia c’è bisogno di voltare pagina, ripartendo dall’idea che il governo e prima ancora la magistratura devono poter esercitare un controllo assoluto della vita economica per impedire abusi, manipolazioni e imbrogli: «Il piano B è il M5S. Il comunismo è fallito perché applicato male, mentre il capitalismo sta fallendo perché è questo, capitalismo di rapina senza democrazia: sta massacrando la nostra economia». Questo ha dichiarato il nostro uomo da Vespa. 
Nessuna dittatura in vista, secondo lui. Sarà il web a decidere tutto, il portavoce del movimento non fa che aprire la strada al potere diffuso dei cittadini. Troppo bello per essere vero, naturalmente. Sugli inganni e i pericoli della democrazia diretta si sorvola.
Che tutto questo sia sospetto e puzzi forte di demagogia è certo. Ma non sta qui il problema ai fini del risultato elettorale. Si tratta di vedere se una argomentazione simile può procurare al movimento 5 Stelle un numero ancora più ampio di consensi che in passato. Il disco rotto che ci viene continuamente riproposto può ancora sedurre molti nuovi elettori?
Ho i miei dubbi in proposito. Anche Grillo e Casaleggio per la verità stanno esitando, come dimostrano le loro ultime uscite televisive. Casaleggio di governo da Lucia Annunziata contro Grillo di lotta da Vespa. Sarebbe ora che i due soci in affari cominciassero ad apparire credibili come prossimi detentori del potere sovrano. Possono continuare finché vogliono a far roteare la clava sulle nostre teste, se non arrivano a impugnare lo scettro e ad apparire capaci di assumere una responsabilità di governo, presto vedranno che la loro forza espansiva urta contro un ostacolo insormontabile. Il desiderio di vendetta ha le sue ragioni che possono prevalere su ogni altro motivo, ma la domanda sul dopo è destinata a riproporsi con ossessiva insistenza: “Quando avrete preso il potere, che farete più esattamente, come tratterete gli avversari, saprete valutare le conseguenze delle vostre scelte?” Un conto è urlare a più non posso, un altro conto è far fronte ai problemi con decisioni ponderate e misure praticabili. 
Il futuro è nelle braccia di Giove e nulla permette di escludere un cambiamento positivo. Il buffone di corte può rivelarsi un ottimo amministratore e un abile timoniere al comando della nave. Certo il cambiamento non c’è stato ancora e, se ci fosse, la prospettiva di superare ogni difficoltà con il raggiungimento di maggioranze bulgare si rivelerebbe falsa, semplicistica, illusoria. Grillo e Casaleggio stanno giocando con il loro destino una partita che al momento comporta un salto mortale. Se non seguiranno la via della mutazione e della conversione alla politica effettiva con le sue regole, sarà la realtà a ribellarsi contro di loro e a imporre altre scadenze, altre incombenze, altri obblighi. Il mondo non si lascia sottomettere come l’immaginario da qualche estroso gioco di parole.


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