martedì 19 marzo 2013

Il passaggio dal carisma alla routine

...In maniera sgangherata e sgarrupata il lìder màximo si sta umanizzando. La sua sacralità si sta erodendo. Il carisma straordinario che ha guidato la battaglia... per poter durare deve mutare carattere. Un po' come ci ha spiegato Max Weber.
Elisabetta Gualmini,  Il doppio salto mortale dei grillini, La Stampa, 19 marzo 2013

Il termine "carisma" deriva da Charis - una dea Greca - che personifica grazia, bellezza, purezza e altruismo. Il possesso di queste facoltà è conosciuto come carisma. [In greco  charizesthai significa favore o dono di origine divina]. Consuetudini successive derivano da San Paolo, il quale lo vide come un favore di benevolenza da parte di Dio: "A qualcuno - attraverso lo Spirito - è stato attribuito il messaggio della saggezza; a qualcun altro, sempre per mezzo dello stesso Spirito, il messaggio della conoscenza; per un altro c'è un dono di fede; ad un altro ancora è stata concesso il potere di guarire, o poteri miracolosi, a qualcun altro virtù profetiche" (1 Lettere ai Corinzi (12:8-10). 
L'uso moderno del termine "carisma" deriva da Max Weber (1864-1920), uno dei fondatori della sociologia. Weber utilizzò entrambi i fattori, economico e sociale, per spiegare la società. Egli vide la civilizzazione occidentale avanzare sempre più verso la razionalizzazione di tutti gli aspetti della vita. Egli pensò che tale razionalizzazione, faceva della vita moderna una "gabbia di ferro", convertendo l'esistenza quotidiana in una meccanica, alienata, insignificante routine. Weber credeva anche che le idee - specialmente quelle religiose - potessero influenzare profondamente la società, e pertanto non potevano essere semplicemente congedate come funzioni che sottostanno ai processi sociali (Jones and Anservitz 1975,1908). Una fonte di idee nuove, è la periodica comparsa di profeti carismatici. Weber definisce il carisma come "una certa qualità della personalità di un singolo personaggio, dotato di una virtù, per la quale egli è considerato straordinario e dotato di eccezionali poteri soprannaturali, sovrumani...[che] sono ritenuti di origine divina." Weber aggiunge, inoltre, che i discepoli del leader - coloro che lo vedono come un essere divino - rappresentano una fonte per il suo potere e per il suo talento personale, dal momento che senza di loro il leader sarebbe una nullità (Weber 1968a,241-42). 
Descrivendo le molteplici esperienze carismatiche, Weber parlò di flusso ininterrotto dal "puro" carisma a quello "abituale" (di routine N.d.T.). il puro carisma è raro (Weber 1968a,1002) e solitamente è reputato tale solo all'inizio del movimento sociale, quando una "comunità carismatica" si coalizza attorno al leader. Questa comunità è caratterizzata dalla fiducia nei talenti del suo leader, da un intenso legame emozionale dei seguaci verso il proprio leader, dal supporto finanziario da parte di simpatizzanti, dal rigetto delle normali attività lavorative e dall'allontanamento dal mondo nel suo complesso (Schweitzer 1984,18; Weber 1968a,33). Il puro carisma perciò è personale ed è basato sul contatto faccia a faccia e su un sentimento di fiducia, dovere ed amore da parte dei seguaci (Schweitzer 1964,364). Dall'altra parte del flusso, il carisma "routinizzato" descrive quello che accade quando succede che il carisma del leader è finemente dissipato fra tutti i seguaci che agiscono in sua vece, generalmente dopo la morte del leader stesso. Il carisma può sopravvivere per molte generazioni ed essere la base di uno stabile ordine sociale, ed essendo [nella sua modalità cristallizzata] conservativo, non può essere una forza per cambiamenti sociali (Miyahara 1983,370). 
Usando il carisma per spiegare sia cambiamenti sociali che i leader eroici, Weber non intendeva meramente inventare un termine accademico. Egli, piuttosto, vide il carisma come il simbolo della forza della vita, incarnata nel carisma stesso, "la spinta della linfa dell'albero e del sangue nelle vene", un potere elementare o demoniaco (Dow 1978). Attraverso l'unione dell'estasi con il carisma - essendo al di là della ragione e dell'auto controllo - Weber enfatizzò lo sganciamento dalle limitazioni sociali, psicologiche ed economiche. Il leader è un modello di liberazione e di potere divino che rende possibile la libertà. I discepoli non si arrendono alla persona del leader ma al potere da lui manifestato, perciò se il potere abbandona il leader, i discepoli abbandoneranno lui. Arrendendosi al leader, i seguaci ottengono la libertà dalla routine, dalle consuetudini e - sempre attraverso di lui - dalle loro sofferenze emotive. Egli è il loro Dio, non nel senso etico o convenzionale, ma in un modo istintivo e primordiale. L'estasi deriva dalla distruzione delle inibizioni, dal potere libero dalle preoccupazioni e dall'abbandono della morale convenzionale. Il carisma è l'emozionante forza della vita opposta alla legge, alla conformità, alla repressione e alla desolazione di una vita ordinaria.

Len Oakes, Il carisma profetico. La psicologia delle personalità religiose rivoluzionarie, 1977


 

 
 

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