Anna
Achmatova
IN SOGNO
Nero e duro distacco
che
io sopporto al pari di te.
Perche' piangi? Dammi meglio la
mano,
prometti di ritornare in sogno.
Noi siamo come
due monti...
non ci incontreremo piu' a questo mondo.
Se
solo, quando giunge mezzanotte,
mi mandassi un saluto con le
stelle.
1946
Orlando
Figes
Qualcosa
di più dell'amore
Neri
Pozza, Venezia 2012
titolo originale Just send me word. A True story of Love and Survival in the Gulag
È
il 1935 quando Lev incontra Svetlana per la prima volta nel cortile
dell'università di Mosca. Snella, con folti capelli castani, gli
zigomi sporgenti e occhi azzurri dallo sguardo intelligente e
malinconico, Svetlana è una delle poche donne che nel settembre del
1935 si è guadagnata assieme a Lev e a trenta altri uomini
l'ammissione alla facoltà, la migliore per la fisica di tutta
l'Unione Sovietica. Durante i primi anni di università, Lev la
chiama Sveta, va a sedersi accanto a lei alle lezioni, a mangiare con
lei in mensa, a incontrarla al club studentesco, ad aspettarla alla
fine delle lezioni. Poi la riaccompagna a casa, dove legge con lei la
Achmatova e Blok, i suoi poeti preferiti. Impossibile per Sveta non
innamorarsi di quel ragazzo dal volto cortese e gentile, con dolci
occhi azzurri e la bocca carnosa, come quella di una ragazza.
Impossibile anche non essere orgogliosa di lui, quando nel 1940 Lev
diventa assistente del prestigioso Istituto di Fisica Lebedev. La
Storia, tuttavia, con i suoi tragici eventi è in agguato. Nel 1941
l'esercito tedesco attacca la Russia, cogliendo completamente di
sorpresa le forze sovietiche. Arruolatosi volontario, Lev va incontro
a un'odissea in cui tutta la sua vita sembra tragicamente naufragare.
Opera basata su una storia vera ricostruita attraverso le lettere
rinvenute da Figes negli archivi del KGB, "Qualcosa di più
dell'amore" è il racconto di un amore vero, che ha saputo
resistere al tempo, all'ingiustizia e alla crudeltà della Storia.
Aldo
Agosti, Un amore oltre il Gulag, "Passato e
Presente", n. 92,
maggio-agosto 2014, pp. 145-156.
A
Love Story beyond the Gulag. In 1946, after five years as a
prisoner of war -first as a Soviet Union in Nazi concentration camps,
then as a deportee (falsely accused of treason) in Russia's Arctic
Gulag - 29-years-old Lev Miščenko unexpectedly received a letter
from Sveta, the sweetheart he had hardly dared hope was still alive.
Amazingly, over the next eight years the lovers managed to exchange
more than 1200 letters, and even to smuggle Sveta herself into the
camp for secret meetings. Their recently discovered correspondence is
the onlyknown real-time record of lifein Stalin's Gulag, unmediated
and almost uncensored. In Just send me word the historian
Orlando Figes took on the task of deciphering and editing it,
discovering an impressive record not only of daily "routine"
inside a Soviet labour camp, but also (through Sveta's letters) a
rare sense of Moscow everyday life in the hardest times of post-war
Soviet reconstruction.
Nessun commento:
Posta un commento