Aldo Grasso
La tv di Lilli Gruber in dieci domande
Corriere della Sera, 10 aprile 2014
Le dieci domande che dobbiamo porci mentre guardiamo «8 e mezzo» di Lilli
Gruber (si fa per scherzare, ognuno è libero di rispondere come vuole,
magari su «TeleVisioni» il forum di corriere.it).
1) Lilli ha un’ideologia? Certamente, come tutti. Diciamo che il suo è un sinistrismo ben temperato dall’Auditel.
2) Come sceglie gli argomenti? Legge i giornali, ascolta la redazione.
Il più delle volte, a caso. Molto dipende dagli ospiti che si trovano,
forse anche dagli agenti delle starlet tv.
3) E come gestisce gli ospiti? A seconda delle sue preferenze, politiche
e personali. Con alcuni è più «duretta», con altri più morbida,
scopertamente.
4) A proposito di domande, perché alcune sono lunghe, verbose e altre
stringate? La durata della domanda è la cartina di tornasole dei
conduttori. Quando la domanda è lunga significa che vogliono imporre il
proprio punto di vista, quando è concisa significa che assecondano
l’interlocutore.
5) Perché Lilli interrompe spesso i suoi ospiti, specie quelli che sono
in collegamento? Risposta di tipo tecnico. L’interruzione serve per
mantenere alto il ritmo della trasmissione e un buon conduttore è anche
un metronomo. Risposta di tipo politico. Si interrompono le persone che
la pensano diversamente da noi. Non dalle domande ma dalle interruzioni
si svela l’ideologia del programma.
6) Perché a metà programma c’è «Il punto di Paolo Pagliaro»? Perché è un
suo amico, perché Lilli vuol far vedere che ha studiato e si è
preparata.
7) Perché ci sono sempre alcuni interlocutori fissi? In pubblico, tutti abbiamo bisogno di una spalla.
8) Perché invita anche blogger sconosciuti? Per far dire loro le cose più sgradevoli.
9) Perché Lilli fa le boccucce? È una civetteria.
10) Perché presenta anche libri? È una dolce paraguru, come tanti altri conduttori.
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