La segretaria degli ambientalisti Marine Tondelier si è detta “arrabbiata” e “disgustata”
questo mercoledì 17 luglio dalla guerra di leadership tra ribelli e socialisti per proporre un
nome per Matignon [la presidenza del consiglio], lanciando un appello per la ripresa
immediata dei negoziati interrotti da diversi giorni. Sono arrabbiata, disgustata, stufa, stanca […] e mi dispiace per lo spettacolo che stiamo dando
ai francesi”, ha dichiarato a France 2 sull’impossibilità di concordare una candidatura comune
del Nuovo Fronte Popolare per la carica di primo ministro dopo il secondo turno delle elezioni
elezioni legislative del 7 luglio. (Le Nouvel Observateur)
La patronne des écologistes Marine Tondelier s’est dite « en colère » et « écœurée » ce mercredi 17 juillet par la guerre de leadership entre insoumis et socialistes pour proposer un nom pour Matignon, lançant un appel à la reprise immédiate des négociations arrêtées depuis plusieurs jours.
Je suis en colère, je suis écœurée, j’en ai marre, je suis fatiguée […] et je suis désolée du spectacle qu’on donne aux Françaises et aux Français »,
a-t-elle déclaré sur France 2 à propos de l’impossibilité de se mettre
d’accord sur une candidature commune du Nouveau Front populaire (NFP)
pour le poste de Premier ministre depuis le second tour des élections
législatives le 7 juin.
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Mentre tutta la sinistra ha promesso un nome per venerdì scorso, poi per il fine settimana,
è chiaro, a più di una settimana dai risultati del secondo turno, che le tensioni sono sempre
più visibili ed espresse esplicitamente. Lo spettacolo, una vera e propria telenovela senza
fine, degna di Dallas, offre uno sguardo tutt’altro che rassicurante su come potrebbe essere
la vita quotidiana di un governo NFP. Soprattutto, che si tratta di un primo ministro che in
ogni caso avrà poche possibilità di essere nominato da Emmanuel Macron. E se verrà
nominato, per sopravvivere alle mozioni di censura promesse da alcuni macronisti se nel
governo comparisse anche il minimo ministro Insoumis. Un'intransigenza che potrebbe
spingere la parte più moderata del NFP nelle braccia di un'altra alleanza, più centrista e
dominata dai macronisti. Ciò che sembra volere il presidente, ma che potrebbe essere visto
come il tradimento di un voto francese che chiaramente non era a maggioranza macronista.
(Le Temps, Ginevra)
La sinistra è in un vicolo cieco mentre Macron e i suoi mandano avanti le loro pedine. Più
passano i giorni, più la sinistra perde il controllo. Perché il campo presidenziale non perde
tempo nel tentativo di costruire una coalizione con la destra, o una squadra più ampia che
includa i socialdemocratici in rottura con Jean-Luc Mélenchon. (Le Soir, Bruxelles)
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