sabato 20 luglio 2024

Il caos e il disordine

 


 

Ilya Prigogine, Le leggi del caos, trad. it. di C. Brega e A, De Lachenal, Laterza, Roma-Bari 2008
PRESENTAZIONE EDITORIALE

Il disordine e il caos non portano, secondo Prigogine, alla morte termica, alla “fine del mondo”, ma sono elementi di novità dall’alto potenziale creativo. Ecco la prima connessione fondamentale: il caos non come forza che porta alla fine, ma come forza che riproduce continuamente il miracolo creativo del nuovo.

Ma la riflessione – e il lettore più attento se ne accorgerà subito – ha una certa tonalità bergsoniana (pur non essendo mai citato, all’interno di questo libro, il filosofo francese). La connessione fondamentale tra la dimensione temporale e la dimensione della creatività (sullo sfondo di un’idea “positiva” di caos) viene esposta in questi termini: «la riconsiderazione del “caos” porta anche a una nuova coerenza, a una scienza che non parla solamente di leggi, ma anche di eventi, la quale non è condannata a negare l’emergere del nuovo, che comporterebbe un rifiuto della propria attività creatrice» (p. X).

Gli elementi fondamentali di questa creatività del caos sono dunque due: in primo luogo «la freccia del tempo ha il ruolo di creare strutture» (p. 23), a questo Prigogine giunge attraverso l’analisi delle cosiddette strutture dissipative (quelle, in poche parole, che esistono soltanto fino al momento in cui l’energia viene dissipata e contemporaneamente viene mantenuto il livello di interazione con il mondo esterno); in secondo luogo ammettendo che «i fenomeni irreversibili non si riducono a un aumento di “disordine”, come si pensava un tempo, ma al contrario hanno un ruolo costruttivo importantissimo» (p. 23).

Tutta la parte centrale del volume è dedicata al tentativo di riformulare daccapo e in maniera conseguente le leggi fondamentali della dinamica classica, quantistica e relativistica, in vista dell’inserimento all’interno di esse della freccia del tempo con la sua creatività essenziale. La priorità di Prigogine è mostrare che parlare di tempo irreversibile non significa abbandonarsi al determinismo del caso o dell’evento, significa invece percorrere nuove strade all’interno delle quali attraverso probabilismo e irreversibilità sia possibile mostrare come “funziona” il caos e come da esso si possano originare sia ordine sia disordine, sia la creatività della “vita” sia la possibilità di una “morte”.

LE BIFORCAZIONI
Ilya Prigogine, La società in rete, in Festschrift for Immanuel Wallerstein

L'evoluzione dalla piccola alla grande società di
formiche è stata il risultato di cambiamenti qualitativi
che comportano delle discontinuità. Tali discontinuità
appaiono in molti campi (fisica, chimica e biologia, per
esempio) e sono associate a biforcazioni che giocano un
ruolo particolare nel nostro attuale modo di vedere la
natura. Queste biforcazioni portano ad esiti possibili
multipli associati a probabilità, che distruggono la
classica concezione deterministica della natura. Come
tale, trovo appropriato spendere qualche parola sulle
biforcazioni in natura prima di tornare al problema della
società in rete umana. 
 
Alvin Toffler, Le monde selon Prigogine, Le Nouvel Observateur, 26 dicembre 1986-1° gennaio 1987

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