La pittura di Berthe Morisot sembra graziosa, chiara, divertente: eppure, come scriveva Mallarmé, era un melange unico di "furia e nonchalance".
Sara Sesti
« Nei quadri di Mme Berthe Morisot le forme sono sempre vaghe, ma una strana vita le anima. L'artista ha trovato il modo di fissare sulla tela i riflessi cangianti e le luminescenze che compaiono sulle cose e nell'aria che le avvolge ... il rosa, il verde pallido, la luce vagamente dorata, cantano con un'armonia indescrivibile. Nessuno ha mai rappresentato l'impressionismo con un talento più raffinato di questo e con un'autorevolezza maggiore di quella di Mme Morisot. »
Gustave Geffroy
Lo sguardo della madre, la linea che disegna il suo braccio sinistro piegato al quale corrisponde il braccio anche esso piegato della neonata, gli occhi chiusi della piccina tracciano una diagonale che mette maggiormente in evidenza il movimento della tenda sullo sfondo. Questa diagonale stabilisce un'unione tra la madre e la sua bambina. Il gesto di Edma, che frappone il velo della culla tra lo spettatore e la neonata, contribuisce a rafforzare ancora di più questo sentimento di intimità e di amore protettivo espresso nel quadro.
Berthe Morisot partecipa con La Culla alla mostra impressionista del 1874 diventando di fatto la prima donna ad esporre le sue opere con il gruppo. Il quadro viene a malapena notato. Tuttavia, alcuni tra i principali critici ne colgono la grazia e l'eleganza. Dopo aver cercato invano di vendere il quadro, Berthe Morisot non lo mostrerà più in pubblico e l'opera sarà conservata dalla famiglia di Edma fino alla sua acquisizione da parte del museo del Louvre nel 1930.
(Musée d'Orsay)
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