mercoledì 27 novembre 2013

Georges Bataille, Portrait de Simone Weil

Simone Weil (#) (Lazare)
così come viene descritta da Georges Bataille nel romanzo Le bleu du ciel

Henri si confessa con Lazare, l’amica parigina dall’aspetto assurdo. La sua descrizione, che occupa varie pagine*, rimanda senza grande difficoltà all’effettiva amica di Bataille: Simone Weil. Venticinque anni, brutta, visibilmente sporca, malsana, capelli corti ed irti, carnagione giallastra, naso da ebrea ed occhiali cerchiati d’acciaio. Dice Henri riferendosi a Lazare: “quello che mi interessava di più in lei era l’avidità morbosa a dare la sua vita e il suo sangue alla causa dei diseredati.” Lazare, calma come un  prete, accoglie il racconto di tutta la sua vita, ridotta a fiumi di alcol, ossessioni ed allucinazioni febbricitanti.

(*) capitolo 2, pp. 36-38 (prima edizione 1957)

Je la voyais en général dans un bar-restaurant derrière la Bourse. Je la faisais manger avec moi. Nous arrivions difficilement à finir un repas. Le temps passait en discussions.
C'était une fille de vingt-cinq ans, laide et visiblement sale (les femmes avec lesquelles je sortais auparavant étaient, au contraire, bien habillées et jolies). Son nom de famille, Lazare, répondait mieux à son aspect macabre que son prénom. Elle était étrange, assez ridicule même. Il était difficile d'expliquer l'intérêt  que j'avais pour elle. Il fallait supposer un dérangement mental. Il en allait ainsi, tout au moins, pour ceux de mes amis que je rencontrais en Bourse.
Elle était, à ce moment, le seul être qui me fit échapper à l'abattement: elle avait à peine passé la porte du bar - sa silhouette décarcassée et noire à l'entrée, dans cet endroit voué à la chance et à la fortune, était une apparition du malheur - je me levais, je la conduisais à ma table. ^Elle avait des vêtements noirs, mal coupés et tachés. Sans chapeau, ses cheveux courts, raides et mal peignés, lui donnaient des ailes de corbeau de chaque côté du visage. Elle avait un grand nez de juive maigre, qui sortait de ces ailes sous des lunettes d'acier.
Elle mettait mal à l'aise: elle parlait lentement avec la sérénité d'un esprit étranger à tout; la maladie, la fatigue. le dénuement ou la mort ne comptaient pour rien à ses yeux. Ce qu'elle supposait d'avance chez les autres était l'indifférence la plus calme. Elle exerçait une fascination, tant par sa lucidité que par sa pensée d'hallucinée.^ Je lui remettais l'argent nécessaire à l'impression d'une minuscule revue mensuelle à laquelle elle attachait beaucoup d'importance. Elle y défendait les principes d'un communisme bien différent du communisme officiel de Moscou. Le plus souvent, je pensais qu'elle était positivement folle, que c'était, de ma part, une plaisanterie malveillante de me prêter à son jeu. Je la voyais, j'imagine, parce que son agitation était aussi désaxée, aussi stérile que ma vie privée, en même temps aussi troublée. Ce  qui m'intéressait le plus était l'avidité m aladive qui la poussait à donner sa vie et son sang pour la cause des déshérités. Je réfléchissais: ce serait un sang pauvre de vierge sale.

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^^“ Portava abiti neri, sgraziati e macchiati. Pareva non vedesse nulla davanti a sé, spesso urtava i tavoli passando. Senza cappello, i capelli corti, irti e spettinati le creavano ali di corvo intorno alla faccia. Aveva un gran naso da ebrea magra, la carnagione giallastra usciva da quelle ali sotto occhiali cerchiati d’acciaio. Metteva a disagio: parlava lentamente, con la serenità di un’indifferenza totale; la malattia, la stanchezza, la miseria o la morte non contavano nulla ai suoi occhi. Supponeva a priori negli altri il più calmo distacco. Esercitava un fascino, e per la sua lucidità, e per le sue idee da allucinata”.    
Georges Bataille,  L’azzurro del cielo (Einaudi)





(#) Weil, Simone (propr. Simone Adolphine). - Scrittrice e pensatrice francese, nata a Parigi il 3 febbraio 1909, morta a Ashford (Inghilterra) il 23 agosto 1943. Di alta statura morale, fu pensatrice profonda e intensa tanto da dar vita nella sua breve esistenza a un originale connubio di esperienze di riflessione filosofica e politica e di azione solidaristica tra le più interessanti del 20° secolo.

Di famiglia ebrea colta e raffinata, figlia di medico e sorella del matematico André Weil, Simone già dall'età di dieci anni nutrì interesse per la politica mettendosi sempre "istintivamente, più per sdegno che per pietà, al posto di quanti erano vittima di un'oppressione". Dopo ottimi studi liceali con R. Le Senne, suo professore di filosofia, e universitari con Alain (é. A. Chartier) all'école Normale Supérieure (dal 1928), conseguì brillantemente l'agrégation (1931) e iniziò a insegnare filosofia nei licei di Le Puy, di Auxerre e di Roanne. Sin dal periodo trascorso a Le Puy la W., su posizioni vicine al sindacalismo rivoluzionario, era continuamente intervenuta in difesa dei disoccupati del luogo, accusata dai funzionari comunali e dai giornali locali anche di essere, in quanto la più istruita, l'organizzatrice e l'agitatrice di tali manifestazioni. Aveva aderito tra il 1931 e il 1932 al sindacato degli insegnanti e continuando la sua attività politica, per comprendere le ragioni del successo in Germania del nazionalsocialismo, approfittò delle vacanze per fare un viaggio al fine di conoscere il popolo tedesco e i movimenti di sinistra e valutare con nuovi dati la possibilità di rivoluzione che, per ispirazione trockista, lì si aspettava. Rientrata in Francia, preoccupata degli sviluppi politici tedeschi in senso nazista e con una maggior vena antistalinista per la critica al principio di "socialismo in un solo paese", accelerò il suo processo sociale di formazione politica. Pur avendo ricevuto soddisfazioni dalla scuola, dove le allieve amavano il suo metodo di insegnamento che, sui passi di Alain, bandiva i manuali per leggere e studiare direttamente le opere dei grandi filosofi, le esperienze in difesa dei disoccupati la spinsero ad abbandonare presto l'insegnamento per vivere direttamente la dura esperienza del lavoro manuale, dal 1934 come fresatrice a Billancourt nelle officine Renault e successivamente in vari altri stabilimenti. Coinvolta anch'essa come altri intellettuali e militanti della sinistra dall'onda della solidarietà internazionale, allo scoppio della guerra civile spagnola (1936) intervenne sin dall'inizio al fianco del governo repubblicano del Fronte popolare, eletto democraticamente, contro le forze dei generali spagnoli capeggiati da Francisco Franco con il sostegno dei fascismi europei. Al ritorno in Francia, attraverso l'amicizia del domenicano padre Perrin e di G. Thibon maturò la sua crisi religiosa in senso cristiano, pur non rinunciando mai alla fede d'origine. L'occupazione di Parigi da parte dei tedeschi allo scoppio della seconda guerra mondiale e l'inizio delle persecuzioni naziste contro gli ebrei francesi spinsero la W. a rifugiarsi a Marsiglia dove, esclusa dall'insegnamento, lavorò ancora in fabbrica, ma la persecuzione estesa alla Francia di Vichy la costrinse a cercar scampo all'estero. Emigrata con la famiglia negli Stati Uniti, a New York, si trasferì poi in Inghilterra, dove militò a fianco delle autorità in esilio della Resistenza francese, nel Commissariato per gli interni e il lavoro di "France libre" guidata dal generale Ch. De Gaulle. La salute compromessa nel duro lavoro in fabbrica fece riacutizzare la malattia che l'aveva già colpita in precedenza: si spense nell'estate del 1943.
I suoi scritti, a eccezione degli articoli nelle riviste Révolution prolétarienne, Critique sociale, Nouveaux Cahiers, Cahiers du Sud, sono apparsi tutti postumi: La pesanteur et la grâce, 1948 (trad. it. 1951); L'enracinement: prélude à une déclaration des devoirs envers l'être humain, 1949 (trad. it. 1954), scritto a Londra tra il 1942 e il 1943, ultima sua opera sistematica; L'attente de Dieu, 1950; La connaissance surnaturelle, 1950; Lettre à un religieux, 1951; Intuitions pré-chrétiennes, 1951; La condition ouvrière, 1951; Cahiers, 3 voll., 1951-56 (trad. it. 1982-84); La source grecque, 1953; Oppression et liberté, 1955 (trad. it. 1956); Écrites de Londres et dernières lettres, 1957; Pensées sans ordre concernant l'amour de Dieu, 1962 (trad. it. 1968). Essi testimoniano la complessità del suo pensiero a vari livelli: la dedizione a un'appassionata religiosità d'azione sociale, seguita con straordinaria coerenza morale e attiva solidarietà; una profonda tensione mistica, ispirata alla promozione dell'affratellamento della comunità umana; una raffinata riflessione di filosofia politica ricca di originali intuizioni, come il nesso scienza-potere-lavoro. La W. ha scritto per il teatro la tragedia rimasta incompiuta Venise sauvée (ed. 1955). Sotto la direzione di A.-A. Devaux e F. de Lussy sono state pubblicate le sue Oeuvres complètes (1988-97).
Gabriella Nisticò (Treccani)


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