CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA
Lucrezia Reichlin
Corriere della Sera, 16 settembre 2013
Quasi sessant'anni fa Ennio Flaiano
immaginò la storia, divertente e malinconica, di un marziano atterrato a Roma e
poi ricevuto dalle maggiori autorità. Ma che cosa accadrebbe oggi, se un
inviato proveniente da Marte, terminato un viaggio di ricognizione nel mondo,
giungesse in Italia per incontrare ministri e banchieri, politici e
industriali, deciso a farsi un'idea del nostro Paese? Proviamo a
ipotizzarlo. Dopo avere intercettato grande ottimismo per la ripresa incipiente,
il nostro marziano torna in albergo e riguarda gli appunti preparati dai suoi
esperti. L'Italia ha oltre il 130 per cento nel rapporto debito-Pil, in
crescita: ben al di là delle previsioni di due anni fa quando i più sostenevano
che fosse stato raggiunto il picco. Le prospettive di rientro, sentenziano i
tecnici di Marte, sono inesistenti. La crescita del reddito potenziale è
infatti, nelle stime più ottimiste, appena sopra lo zero, l'inflazione presente
e attesa è al di sotto dell'uno e mezzo (1,3 in agosto), ma i tassi d'interesse
effettivi sono in rialzo. Dati poco incoraggianti per la sostenibilità del
debito. Dai giorni della crisi più profonda, precisano poi gli esperti, l'Italia non ha fatto niente per rilanciare la competitività. Né quella
intesa in senso stretto, determinata, cioè, dal tasso di produttività e dal
costo del lavoro; né quella più ampiamente considerata, determinata
dall'efficienza nelle dinamiche amministrativo-burocratiche e del sistema
giudiziario e dall'incidenza della corruzione. La conseguenza, nota il marziano
spulciando numeri e percentuali, si fa sentire sugli investimenti e sulle
esportazioni che, pur essendo cresciute più della domanda interna, non hanno
avuto un andamento dinamico quanto quelle di Madrid, capitale che ha appena
visitato. La disoccupazione è in crescita, l'occupazione in calo, mentre il
settore bancario resta fra i più fragili d'Europa, con la necessità potenziale
di capitali che sfiora i 30 miliardi, secondo le informazioni che gli esperti
di Marte hanno raccolto a Francoforte e Bruxelles. Se questo è il quadro, si
chiede il marziano con gli occhi sbarrati dopo una notte a far di calcolo,
perché le tante, eminenti personalità incontrate sono ottimiste? Perché non
avvertono un senso di urgenza? Non temono di perdere il controllo delle finanze
pubbliche, non li inquieta la prospettiva di dover chiedere aiuto all'Europa?
Se, invece, gli italiani fossero forzati a comprare titoli di Stato per evitare
questa prospettiva, non temono di scivolare lungo la via di un irreversibile
declino economico? È davvero motivo di gioia una previsione di crescita del Pil
che oscilla dal -1,3% al -1,7 nel 2013 e dal -0,5 al +0,7 nel 2014, visto che,
secondo gli esperti, alle stime del governo con il suo +1,3% nel 2014 non crede
nessuno? Come mai, infine, tanti si compiacciono del surplus primario, ma non
pensano che con questi dati macroeconomici, attuali e attesi (dal Pil
all'inflazione ai tassi d'interesse), è difficile che l'Italia possa arrestare
la dinamica perversa del debito? Essendo la
sua conoscenza degli esseri umani ancora molto superficiale, non fidandosi
completamente dei suoi esperti, consapevole che gli economisti hanno spesso un
approccio limitato ed eccessivamente tecnico, il nostro marziano decide di
chiedere aiuto a un guru di Marte, amico suo. Il guru gli risponde così:
«L'italiano è una specie particolare di essere umano. Ha età media elevata e,
nella media, è ricco. Forse per questo la sua propensione al rischio è scarsa,
un ricordo la voglia di emergere del dopoguerra. Si preoccupa soprattutto della
tassa sulla casa, ovvero la tassa che incombe sulla sua ricchezza». Poi il guru
aggiunge: «Non perdere troppo tempo a ragionare in Italia, ma goditela. È un
Paese di grande bellezza». Il nostro marziano è molto occupato e deve terminare
il suo viaggio tra gli umani: si ripropone di tornare e portarci suo marito in
vacanza (va da sé, si tratta di una marziana). Nel finale del suo rapporto
sull'Italia scrive: «Teniamo un occhio aperto. Quando tutte queste belle cose
italiane dovranno essere vendute per fare fronte ai debiti, le compreremo a
prezzo di saldo e ne faremo attrezzati luoghi di vacanza per i pensionati di
Marte e del mondo emergente. La prima idea potrebbe essere quella di mini
appartamenti al Colosseo. Bellissimo, nonostante i buchi».
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