Antonio D'Orrico
Corriere della Sera, la Lettura
a proposito di Luciana Littizzetto Franca Valeri, L'educazione delle fanciulle, Einaudi
Quando leggi Franca Valeri senti che è vicina di pianerottolo di Gadda e
Arbasino. Abita in quel condominio. Prendete questo pezzetto sulla
Signorina Snob, il suo famoso personaggio: «La Signorina Snob, se
vogliamo tirarla in ballo, per viaggi, cene, teatri era più fornita di
amici maschi (amicizia, s’intende), il Pierone, il Mimi genio, il Lodo e
il Tato inseparabili come pappagalli, eccetera. Era meno benevola con
le amiche. Quella tonta integrale dell’Ildefonsa, sai che non legge al
di là di Pinocchio? La Camillona (40 di piede) non ti si presenta alla
Scala col vestito dell’anno scorso?». Oltre a Gadda e Arbasino, si sente
anche un po’ di Moravia: «La noia siamo noi. Ho concluso dopo molti
anni di vita che lei non esiste. È un tema letterario». E non manca
naturalmente la perfida grazia settecentesca: «Mi torna in mente Madame
de la Ferté, che in Bavardages (vuol dire “chiacchiere”)
scrisse: “Le donne non hanno ancora capito che i gatti sono più belli di
loro”». La prosa di Luciana Littizzetto è tutt’altra cosa. È così: «A
proposito di cuoche, e cambiando argomento ché ne ho bisogno, io sono
molto affezionata alla minestrina. Quand’ero piccola mi faceva
cagarissimo». Ed è anche così: «Lui dice: “Che film preferisci?”. E tu:
“Mah, fai tu!”. “Vuoi vedere un western?”. E tu: “Sì, sì, figurati!”.
Che poi magari ti fa orrore il western… Oppure: “Senti, andiamo a
mangiar la trippa?”. E tu: “Ah, non l’ho mai assaggiata la trippa.
Uao!”. In realtà ti fa cagarissimo!». La cosa più incredibile è che, in
copertina, il nome della Littizzetto precede quello della Valeri, come
se fosse la sua la firma più importante. Direbbe Madame de la Ferté: «La
Littizzetto (che mi fa cagarissimo!) non ha ancora capito che la Valeri
è molto più grande di lei».
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