martedì 19 aprile 2022

Omaggio a Catherine Spaak

 


Bruno Gravagnuolo

In realtà questa Spaak è stata una gran donna. Oltre che elegante e brava ha molto combattuto e sofferto. Non era affatto solo una iconcina cool. Fu pecora nera nella sua famiglia borghese e anaffettiva. Divenne madre a 17 anni e le tolsero la figlia perché era “attrice”, con i carabinieri a Bardoneccchia. Giudici e famiglia di Capucci. E gliela misero contro la figlia. Per 40 anni. Ma riuscì a recuperarla dopo enormi sofferenze. Poi Johnny Dorelli vero Dorellik non voleva lavorasse. Altri due matrimoni. Tv con invenzione format intimi tutti suoi. Vivace. Certo un po’ risentita e a tratti politically correct. Ne aveva ben donde. Ma sempre elegante. Gran classe. Poi ictus. E menomazione. Immaginiamo abbia lottato fino all’ultimo. Non fu affatto felice e privilegiata e fece sempre film di un certo rango. Commedia italiana genere alto per la storia del nostro costume. Senza mai scadere nel kitsch. Algida e ironica. Un sorriso incantevole. Una femminilita’ nuova e intrigante. Mentale. Libera. Quattro matrimoni e sempre la voglia di ricominciare. La lotta per il rispetto di se stessa, molta forza soggettiva. Nessun privilegio. Ricominciava sempre daccapo. Accattivante ironica e blasé. Da adolescente leggeva Céline. Sì, insomma,  una donna libera e moderna. Femminile. Del femminismo che piace a noi. Cura del sé, dei propri talenti. Combattiva. Padrona della propria anima. Una persona coraggiosa e bella. Come intatta e sempre vera negli anni. Le rendiamo omaggio e la ringraziamo per aver incarnato il desiderio di un femminile diverso. Il nostro desiderio. E abitato le fantasie degli anni chiave della nostra vita.


 

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