sabato 15 novembre 2025

Luciano Casadei, grande organizzatore di eventi


Marco Basso
La morte di Luciano Casadei: l’uomo dei mega concerti da Radio Flash alla notte per Gaza
La Stampa, 15 novembre 2025

È venuto a mancare a 82 anni Luciano Casadei, protagonista di una indimenticabile stagione culturale torinese, e non solo, tra fine anni 70 e anni 80 che portò in concerto nomi strepitosi: da Bob Marley ai Rolling Stones oltre a una parata di artisti stranieri e italiani, contribuendo al loro successo.

Arrestato nel 1962

Impegnato da giovanissimo come sindacalista, partecipa in prima persona alle dimostrazioni di Piazza Statuto del luglio 1962 per cui viene anche arrestato; grazie alla sua passione politica, anni dopo diviene responsabile propaganda del Pci. La sua perspicacia lo illumina e comprende che le radio libere, nate a metà degli anni 70, possono essere un mezzo importante per avvicinare e sensibilizzare i giovani all’impegno della sinistra nella società civile, attraverso la cultura, l’informazione e la musica.

Una radio di tendenza

Nel 1978 decide di affiancare l’inventore di Radio Flash, Francesco Carboncini, ma senza trasformare Flash in una radio di partito: l’emittente diventa una delle radio più di tendenza e innovative degli anni ottanta raccontando la vita della città di Torino, le voci, la musica in modo davvero alternativo, fuori dal coro, diventando così un punto di riferimento culturale in Italia e non solo in Piemonte. Una radio che si è dimostrata per la sua qualità, palestra essenziale per un impressionante numero di giornalisti e disc-jockey approdati poi al successo nazionale.

La banda di Flash

“Radioflash 97.7 fu una fucina di intelligenze creative, conduttori radiofonici e giornalisti-racconta Dario Celli che lavorava in redazione-a far parte della banda di Flash in tanti anni ci sono stati Daniele Abbattista (con Celli poi alla Rai), Paolo Griseri (a Repubblica e vicedirettore a La Stampa, mancato lo scorso anno), Massimo Gibelli (a Roma, capo ufficio stampa Cgil nazionale), Mario Bosonetto (caporedattore per anni de La Stampa a Cuneo, Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti), Laura Tori (che all’assessorato alla cultura da anni cura tutte le manifestazioni musicali della Città), Simona Ressico (colonna di Hiroshima Mon Amour), Elisabetta Sanino, Fabiola Palmeri e poi Linda Di Franco (cantante e ora nel cinema, stabilitasi a Los Angeles), Paolo “Mixo” Damasio (ora a Roma, a Radio Capital) precedentemente a Radio Rai con Marco Basso, il compianto Renato Striglia, Alberto Campo, Paolone Ferrari e Edoardo Fassio, e ancora Giancarlo Bertelle, Salvatore “Totu” Romagnolo, Stefano Belviglieri, Vittorio Castellani, Ivo De Palma (doppiatore), Marco Papa, Ivano Canteri, quindi speaker diventati musicisti di culto, non solo a Torino, come Dario Lombardo e Gigi Restagno anche lui purtroppo non è più così come Giulio Icardi, e ancora Vittorio Loli, Franco Zaccagni (sua la voce di quasi tutti i jingles), Mauro Bazzani e Gianpaolo Utveggio (oggi a Roma), Claudio Manzoni, Mauro Parissone (oggi regista e autore tv), Gigi Antinucci, Paolo Maria Lauri, Valerio Cascelli, Piera Jade, Pino Zappalà, Cosimo Torlo, Alberto Ferrero, Tonino Rinaldi, Claudio Bondioli, Massimo Garbaccio. E poi Cristiana Erbetta, la grafica designer della radio, eh sì, perché i manifesti e i biglietti avevano una mente creativa che li rendeva delle autentiche opere d’arte. Catalizzatori e capi di questa corazzata sono stati Luciano Casadei, Francesco Carboncini ed Enrico Marletto.

Promoter di concerti

Per finanziare la radio s’inventa il ruolo di promoter di concerti; quindi fonda l’agenzia Metropolis che gestisce il mondo della musica con i tour negli stadi dal ‘78 all’82: da Bob Marley ai Rolling Stones, da «Banana Republic» di Dalla e De Gregori (progetto inventato da lui) ai Dire Straits che al Comunale portano 80.000 persone. Grazie a Casadei, Torino diventa il cuore pulsante in Italia della musica con una serie impressionante di concerti al Palasport di Parco Ruffini e durante l’estate ai Punti Verdi voluti dall’assessore Balmas fino a Colonia Sonora. E poi come non ricordare la parata dei migliori cantautori italiani portati a Torino nel 1981 per la Festa Nazionale dell’Unità nell’area di Italia 61 che registra quell’anno un enorme afflusso di pubblico e ancora i tanti Capodanni torinesi e le feste per San Giovanni in piazza.

Il Big club

L’avventura dura fino al 1987, quando Casadei passa la mano dopo aver capito che la primavera delle radio era al tramonto, ingurgitate dai grandi network nazionali e le adunate di folla per i concerti rock stavano ormai scemando. Parallelamente Luciano Casadei inventa con Carboncini e Giulio Muttoni il Big Club di corso Brescia che diviene per molti anni il principale tempio del nightclubbing torinese oltre a essere sede di tanti concerti.

Le mostre

E poi con l’Associazione Radar Luciano organizza insieme a Pino Zappalà numerose mostre: a partire dall’inaugurazione nel 1985 della prima edizione di Experimenta a Villa Gualino, alle più recenti, dedicate alla grafica di Picasso a Palazzo Saluzzo Paesana o a musicisti come “David Bowie – Steve Schapiro. America. Sogni. Diritti" e "Queen Experience” presso l’Archivio di Stato.

Una notte per Gaza

Quasi a chiudere il cerchio del suo straordinario impegno sociale e politico, esattamente un mese fa, Luciano aveva prodotto con il figlio Marco e con l’aiuto del suo collaboratore da decenni Tonino Rinaldi «Una Notte per Gaza – Voci per la Palestina» al Palasport, un grande appuntamento di musica, pace, fratellanza e solidarietà dedicato al sostegno della popolazione civile palestinese devolvendo a Medici Senza Frontiere tutto il ricavato.

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