MILANO (Reuters) - Il 2013
inizia sotto i peggiori auspici per il mercato del lavoro italiano, che
vede il tasso di disoccupazione schizzare al massimo storico.
A gennaio, secondo i dati diffusi da Istat, la percentuale dei
senza lavoro è salita all'11,7% - il massimo mai toccato dall'inizio
della serie - dall'11,3% di dicembre (dato rivisto al rialzo da 11,2%
della prima lettura). Un anno fa, il tasso di disoccupazione era al
9,6%.
Da dicembre a gennaio in termini assoluti il numero dei
disoccupati è salito di 110.000 unità, mentre - rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno - le persone prive di un impiego sono 554.000
in più. Complessivamente i senza lavoro sfiorano i 3 milioni.
I numeri segnalano la fragilità dello stato dell'economia
italiana che, dopo un 2012 nero, si avvia verso un altro anno
all'insegna della recessione. E arrivano a pochi giorni da un voto che
non ha conferito a nessun partito una maggioranza parlamentare in grado
di formare un governo, facendo emergere l'avanzata delle forze che in
campagna elettorale hanno usato i toni più duri contro il rigore delle
politiche portate avanti dall'esecutivo di Mario Monti.
"E' un dato che va oltre ogni peggiore previsione. Nelle nostre
attese il tasso di disoccupazione avrebbe dovuto toccare un picco del
12% verso la fine dell'anno. Probabilmente questa soglia verrà sforata
molto prima", commenta Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo.
Il 2013 dunque rischia di essere ancora più duro sul fronte del
lavoro di quanto già non lo sia stato l'anno scorso, che si è chiuso con
un tasso di disoccupazione medio annuo al 10,7% da 8,4% registrato nel
2011.
Questo perchè, da un lato, spiegano gli economisti, il mercato
del lavoro reagisce in maniera ritardata all'andamento del ciclo
economico, particolarmente negativo l'anno scorso, con una contrazione
del Pil del 2,4%.
Dall'altro perché il fondo dell'attività economica potrebbe
ancora non essere stato toccato, e lo scenario della caduta del Pil
dell'1% per il 2013, previsione che accomuna Bankitalia, Ocse e Fmi,
potrebbe essere troppo ottimistico alla luce delle indicazioni arrivate
dalle ultime indagini qualitative sull'attività economica.
"L'allentamento delle tensioni sui mercati finanziari che si è
ravvisato nella seconda parte dell'anno scorso non si è riflesso
sull'economia reale. E l'incertezza politica rischia di alimentare una
nuova fase di volatilità, che potrebbe ritardare l'uscita dalla fase
recessiva", prosegue Mameli, spiegando che questo ha portato Intesa
Sanpaolo ad abbassare a -1,5% da -1% la stima per il Pil 2013.
CALANO OCCUPATI E INATTIVI, SALE DISOCCUPAZIONE GIOVANI
Tornando al mercato del lavoro, i numeri mensili di Istat
evidenziano, dopo qualche mese di stabilizzazione, una nuova discesa
degli inattivi (-0,1% a gennaio rispetto a dicembre) e degli occupati
(-0,4%).
"E' la combinazione di questi due fattori che ha fatto schizzare
la percentuale dei disoccupati verso l'alto", spiega Loredana Federico,
economista di Unicredit.
Da un lato, sono aumentate le persone che - vista la riduzione
del reddito disponibile delle famiglie - si mettono in cerca di un
lavoro, ma si scontrano con la difficoltà di trovarne uno. Dall'altro,
la gelata dell'economia spinge le imprese verso la chiusura o la
riduzione degli organici.
La fragilità del mercato del lavoro italiano s'inserisce nella
crisi che sta attraversando l'intera zona euro, dove, ha certificato
oggi Eurostat, a gennaio il tasso di disoccupazione è salito all'11,9%
da 11,8% di dicembre.
In termini assoluti, nei 17 Paesi del blocco dell'euro, le
persone senza lavoro sfiorano i 19 milioni. La situazione più drammatica
resta quella greca, dove la percentuale dei senza lavoro è al 27%.
Seguono la Spagna (26,2%) e il Portogallo (17,6%).
Numeri che sono ben lontani da quelli dell'Italia. Che però, dopo
Grecia (59,4%) e Spagna (55%), è il terzo Paese della zona euro ad
avere il tasso di disoccupazione giovanile (fascia età 15-24 anni) più
elevato: a gennaio è salito al 38,7% dal 37,1%. Un anno fa era al 32,3%.
Elvira Pollina
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