...In maniera sgangherata e sgarrupata il lìder màximo
si sta umanizzando. La sua sacralità si sta erodendo. Il carisma straordinario
che ha guidato la battaglia... per poter durare deve mutare carattere. Un po'
come ci ha spiegato Max Weber.
Elisabetta Gualmini, Il
doppio salto mortale dei grillini, La Stampa, 19 marzo 2013
Il termine "carisma" deriva da
Charis - una dea Greca - che personifica grazia, bellezza, purezza e altruismo.
Il possesso di queste facoltà è conosciuto come carisma. [In greco charizesthai significa favore o dono di origine
divina]. Consuetudini successive derivano da San Paolo,
il quale lo vide come un favore di benevolenza da parte di Dio: "A qualcuno
- attraverso lo Spirito - è stato attribuito il messaggio della saggezza; a
qualcun altro, sempre per mezzo dello stesso Spirito, il messaggio della
conoscenza; per un altro c'è un dono di fede; ad un altro ancora è stata
concesso il potere di guarire, o poteri miracolosi, a qualcun altro virtù
profetiche" (1 Lettere ai Corinzi (12:8-10).
L'uso moderno del termine "carisma"
deriva da Max Weber (1864-1920), uno dei fondatori della sociologia. Weber utilizzò entrambi i fattori, economico e sociale,
per spiegare la società. Egli vide la civilizzazione occidentale avanzare
sempre più verso la razionalizzazione di tutti gli aspetti della vita. Egli
pensò che tale razionalizzazione, faceva della vita moderna una "gabbia di
ferro", convertendo l'esistenza quotidiana in una meccanica, alienata,
insignificante routine. Weber credeva anche che le idee - specialmente quelle
religiose - potessero influenzare profondamente la società, e pertanto non
potevano essere semplicemente congedate come funzioni che sottostanno ai
processi sociali (Jones and Anservitz 1975,1908). Una fonte di idee nuove, è la
periodica comparsa di profeti carismatici. Weber definisce il carisma come "una
certa qualità della personalità di un singolo personaggio, dotato di una
virtù, per la quale egli è considerato straordinario e dotato di eccezionali
poteri soprannaturali, sovrumani...[che] sono ritenuti di origine divina."
Weber aggiunge, inoltre, che i discepoli del leader - coloro che lo vedono come
un essere divino - rappresentano una fonte per il suo potere e per il suo
talento personale, dal momento che senza di loro il leader sarebbe una nullità
(Weber 1968a,241-42).
Descrivendo le molteplici esperienze
carismatiche, Weber parlò di flusso ininterrotto dal "puro" carisma a
quello "abituale" (di routine N.d.T.). il puro carisma è raro (Weber
1968a,1002) e solitamente è reputato tale solo all'inizio del movimento
sociale, quando una "comunità carismatica" si coalizza attorno al
leader. Questa comunità è caratterizzata dalla fiducia nei talenti del suo
leader, da un intenso legame emozionale dei seguaci verso il proprio leader, dal
supporto finanziario da parte di simpatizzanti, dal rigetto delle normali
attività lavorative e dall'allontanamento dal mondo nel suo complesso
(Schweitzer 1984,18; Weber 1968a,33). Il puro carisma perciò è personale ed è
basato sul contatto faccia a faccia e su un sentimento di fiducia, dovere ed
amore da parte dei seguaci (Schweitzer 1964,364). Dall'altra parte del flusso,
il carisma "routinizzato" descrive quello che accade quando succede
che il carisma del leader è finemente dissipato fra tutti i seguaci che
agiscono in sua vece, generalmente dopo la morte del leader stesso. Il carisma
può sopravvivere per molte generazioni ed essere la base di uno stabile ordine
sociale, ed essendo [nella sua modalità cristallizzata]
conservativo, non può essere una forza per cambiamenti sociali (Miyahara
1983,370).
Usando il
carisma per spiegare sia cambiamenti sociali che i leader eroici, Weber non
intendeva meramente inventare un termine accademico. Egli, piuttosto, vide il
carisma come il simbolo della forza della vita, incarnata nel carisma stesso,
"la spinta della linfa dell'albero e del sangue nelle vene", un
potere elementare o demoniaco (Dow 1978). Attraverso l'unione dell'estasi con
il carisma - essendo al di là della ragione e dell'auto controllo - Weber
enfatizzò lo sganciamento dalle limitazioni sociali, psicologiche ed
economiche. Il leader è un modello di liberazione e di potere divino che rende
possibile la libertà. I discepoli non si arrendono alla persona del leader ma
al potere da lui manifestato, perciò se il potere abbandona il leader, i
discepoli abbandoneranno lui. Arrendendosi
al leader, i seguaci ottengono la libertà dalla routine, dalle consuetudini e -
sempre attraverso di lui - dalle loro sofferenze emotive. Egli è il loro Dio,
non nel senso etico o convenzionale, ma in un modo istintivo e primordiale.
L'estasi deriva dalla distruzione delle inibizioni, dal potere libero dalle
preoccupazioni e dall'abbandono della morale convenzionale. Il carisma è
l'emozionante forza della vita opposta alla legge, alla conformità, alla
repressione e alla desolazione di una vita ordinaria.
Len Oakes, Il carisma profetico. La psicologia delle personalità religiose rivoluzionarie, 1977
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