lunedì 26 febbraio 2024

L'horloger, una epopea postmoderna in forma di thriller

 


 

Jérémie Claes, L'Horloger, Héloïse d'Ormesson, Paris 2014

Il libro si presenta come un thriller e a me i thriller in genere non piacciono. Lo apro lo stesso, comincio a leggerlo e mi ritrovo in un quadro che mi è molto familiare. Non per via della trama (che rientra nel quadro formale del thriller), ma per via del testo (il contenuto) che fa pensare a un'epopea fantastica, il genere al quale appartiene l'Orlando furioso dell'Ariosto. Tipica è anche la scelta del linguaggio. Il francese classico non è abbandonato del tutto, ma la scena è dominata da un gergo giovanile e volgare. Il quadro  ideologico mi riporta a un ambiente del quale ho fatto parte in passato, l'insegnamento laico organizzato  sul suo territorio dal Comune di Bruxelles. Nel libro i valori di fondo restano quelli della modernità, mentre l'apparenza superficiale ha una composizione postmoderna. E postmoderno è l'universo nel quale si collocano gli eventi narrati. Il protagonista Jacob Dreyfus è a sua volta la quintessenza di un cittadino belga evoluto e laico. Scientia vincere tenebras, dice il motto dell'Università libera di Bruxelles. Tutto lo scontro messo in scena oppone il bene al male. L'autore ha una bella immaginazione e si scatena a suo piacimento. Thriller e fantasy mescolati, un po' come nel Signore degli anelli. mentre l' attenzione per il linguaggio fa pensare a Sanantonio, Frédéric Dard. In modo inatteso, il soprannaturale ha un ruolo decisivo nei due campi. Jacob Dreyfus è ateo, lui e il suo entourage sono degli epicurei. Il vino è per loro un asse portante della vita. Funziona come la pozione magica in Asterix, permette di superare le difficoltà. I pasti sono passaggi forti, fondamentali dell'esistenza. Cucina francese e italiana. Gli italiani peraltro sono visti spesso con un occhio favorevole. Le italiane sono addirittura poste in primo piano, italiana è Lucie, la seconda moglie di Jacob Dreyfus, italiana è la donna legata a Solane, il poliziotto che protegge Jacob. Il dialogo occupa molto spazio nel racconto. Jérémie Claes è un uomo di teatro. Si veda anche per questo il ricorso all'agnizione : Dolores-Soledad, Jacob-Cyril. Il nonno di Dreyfus (Alfred) si chiamava Jacob, qui i genitori vengono da Vichy. L'ebreo ha le sue radici nel cuore della Francia.

----------------------------------------------------------------------------------------------------

Pour moi le texte est intéressant  encore plus que le récit. Le livre contient une image très saisissante d'un univers postmoderne. Jacob Dreyfus est à son tour la quintessence d'un citoyen belge évolué et laic. Scientia vincere tenebras. Le livre met en scène un affrontement entre le bien et le mal. L'auteur a une belle imagination et s'en donne à coeur joie. Thriller et fantasy mélangés, un peu comme dans le Seigneur des anneaux, tandis que l' attention pour le langage fait penser à Sanantonio Frédéric Dard. L'épopée n' est pas loin, une épopée fantastique qui a un ancêtre illustre, le Roland furieux (1516). D'une manière inattendue, le surnaturel a un rôle décisif dans les deux camps. Jacob Dreyfus est athée, lui et son  entourage sont des épicuriens. Le vin est un élément qui pemet de tourne la page, les repas donnent une signification supérieure à l'existence. Cuisine francaise et italienne. Les italiens d'ailleurs sont vus d'un oeil favorable. Le dialogue prend beaucoup de place dans le récit. Jérémie Claes est un homme de théatre. Le recours à l'agnition. Dolores-Soledad, Jacob-Cyril. Le grand père de Dreyfus (Alfred) s'appelait Jacob, ici les parents viennent de Vichy. Le juif se situe par ses origines au coeur de la France.

Nessun commento:

Posta un commento