sabato 10 settembre 2022

La bellezza salverà il mondo

Fedor Dostoevskij, “L’idiota”, 1869, traduzione di Rinaldo Küfferle, Mursia, Milano 1995 «È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza? Signori miei,» gridò egli improvvisamente, rivolgendosi a tutti, «il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza! Ed io, invece, affermo che ha di questi pensieri frivoli perché è innamorato. Signori, il principe è innamorato, me ne sono convinto definitivamente non appena lo vidi entrare qui or ora. Non arrossite, principe, altrimenti mi farete pietà. Quale bellezza salverà il mondo? Me lo comunicò Kolja… Siete un cristiano fervente voi? Kolja dice che voi stesso vi attribuite il titolo di cristiano». Il principe, che lo osservava attentamente, non rispose. Giuseppe Di Giacomo, Bellezza, Treccani "già F.M. Dostoevskij, nell'Idiota (1868-69), facendo chiedere da Ippolit al principe Myškin se e quale bellezza salverà il mondo, ci dice che quello che la bellezza può e deve fare non è redimere la vita dalla sua finitezza, ma passare attraverso quelle sofferenze e quei dolori che rendono tale la vita. Questa connessione tra bellezza e temporalità è decisiva anche nell'opera di M. Proust. Esemplare, a tale proposito, è la figura dello scrittore Bergotte che muore davanti alla Veduta di Delft di J. Vermeer, quadro giudicato di una bellezza assoluta e come tale fuori dal tempo. La morte di Bergotte rappresenta in qualche modo la morte di un'idea di bellezza intesa come valore eterno e immutabile. Questo significa che la bellezza, piuttosto che essere superamento del tempo e rivelazione dell'eternità, si può dare invece solo passando attraverso il tempo".

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