sabato 1 gennaio 2022

Lucrezio, la luce della ragione

 


 

Infatti come i fanciulli nelle tenebre temono
e hanno paura di tutto così nella luce noi talvolta
temiamo cose che non sono affatto più spaventose
di quelle che i fanciulli nelle tenebre paventano
immaginandole prossime a prendere forma.
Occorre dunque che questo terrore dell’animo
e queste tenebre siano dissipate non dai raggi
del sole, né dai fulgidi dardi del giorno, bensì
dalle evidenze e dalla ragione propria della natura.
(Traduzione di Luca Canali con modifiche)

nam vel uti pueri trepidant atque omnia caecis
in tenebris metuunt, sic nos in luce timemus
inter dum, nihilo quae sunt metuenda magis quam
quae pueri in tenebris pavitant finguntque futura.
hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest
non radii solis neque lucida tela diei
discutiant, sed naturae species ratioque.
(De rerum natura, II, 55-61)

Lucrezio razionalista? Non proprio, o non solo. Lucrezio ha in sé qualcosa di arcaico e barbarico, pur nella spregiudicata rivoluzione razionalista che il De rerum natura rappresenta sulle orme di Epicuro: questo pensa Luca Canali in particolare. L’importanza che il poeta assegna al tema della morte, la capacità sua di suscitare il sentimento del sublime, la stessa cura nel delineare la possibilità del clinamen, con l’atomo che non segue una traiettoria obbligata, e ancora la rappresentazione dell’amore nel De rerum natura sono segni di un atteggiamento più aperto verso la molteplicità del reale e verso l’intreccio costitutivo della vita.

https://machiave.blogspot.com/2013/05/lucrezio-de-rerum-natura.html

 

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