mercoledì 8 dicembre 2021

Attualizzo ossia distruggo

Gianpasquale Santomassimo Per molti secoli è stata normale, addirittura doverosa, l'attualizzazione delle vicende legate alla storia, per lo più sacra. Il fedele doveva vedere negli affreschi in chiesa i personaggi vestiti in foggia medievale o rinascimentale. Ma ci si rivolgeva a fedeli per lo più analfabeti e digiuni di storia, privi di istruzione. L'opera lirica, a partire soprattutto dall'Ottocento, si rivolge invece a un pubblico borghese ma anche popolare, che ha ormai la sua cultura e in molte regioni italiane pratica un vero e proprio culto dell'opera, come testimoniano i nomi di battesimo ispirati a quelle vicende e non più alla tradizione biblica. L'attualizzazione avviene mentalmente, senza artificio scenico o registico, per la forza di vicende ambientate in un passato determinato ma che riescono a parlare anche all'oggi. Attualizzare e stravolgere ambientazione dell'opera sembra essere l'unica carta giocata da registi apparentemente fantasiosi, ma in realtà banali e ripetitivi nel loro artificio. Quante divise naziste abbiamo visto in scena negli ultimi decenni per impersonare i cattivi? Lo snaturamento dell'opera procede anche e soprattutto attualizzando in forme illogiche ogni vicenda. Lasciamo perdere per pietà il Rigoletto brutalizzato di recente a Roma e soprattutto a Bregenz. Accennerei ad alcune attualizzazioni giudicate spiritose e fortunate dell'Elisir d'amore, che ho visto recentemente ambientato tra hostess di un aeroporto e lungo la piscina di un idroscalo. Ma la vicenda narra di un villaggio sperduto di analfabeti, dove un'unica ragazza, la protagonista, legge e si informa (Essa legge, studia, impara... non vi ha cosa ad essa ignota... Io son sempre un idïota, io non so che sospirar, canta Nemorino nell'aria di apertura). Solo un villaggio come questo può mostrarsi indifeso a fronte di un ciarlatano come Dulcamara. Trasportare le villanelle del villaggio sulle sedie a sdraio di una piscina, mostrarle mentre leggono Sorrisi e canzoni e compilano la Settimana Enigmistica significa rendere incomprensibile tutta la trama. La motivazione ufficiale è che bisogna avvicinare i giovani all'opera. Motivazione in realtà disperata e anche insultante, che non ritiene i "giovani" capaci di comprendere che sono esistite epoche diverse dalla nostra. Far comprendere invece ai "giovani" che la storia è più complicata rispetto all'eterno presente - senza passato e senza futuro - in cui si pretende che vivano avrebbe anche un valore educativo.

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